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Sul voto in Abruzzo

Written by Piero Fassino.

Articolo di Piero Fassino.

Si dovranno esaminare attentamente i vari fattori del voto abruzzese. Qui una prima lettura a caldo.
1) Il voto sardo aveva alimentato la speranza di un più generale mutamento negli orientamenti dell'elettorato. Ma sul voto sardo hanno inciso fattori specifici: il voto disgiunto unito alla diversa credibilità dei candidati; l'irritazione dell'elettorato sardo per l'imposizione romana di un candidato di destra non gradito; il clamore in quelle ore delle vicende di Pisa; un sentimento, sempre presente in Sardegna, di diffidenza verso i governi nazionali.
Nessuno di questi fattori era presente nel voto abruzzese.
2) A differenza della Sardegna, in Abruzzo ha pesato in modo decisivo l'impegno diretto della Meloni e la presenza massiccia del governo che ha dato alla elezione regionale il profilo di un voto di valore nazionale.
3) l'esito del voto dei partiti di destra conferma invece tendenze già manifestatesi in Sardegna: conferma della leadership di FdI, anche se con una leggera contrazione di voto; radicamento di FI che espande il suo consenso anche grazie a una storica presenza del centro moderato nella società abruzzese; crollo della Lega che - con i voti sardo e sbruzzese - vede esaurirsi l'ambizione inseguita da Salvini di darsi un profilo nazionale.
4) nel campo progressista: conferma della ripresa elettorale del PD che supera il 20%, migliorando sia sul '19 sia sul '22; conferma dello scarso radicamento territoriale di 5 stelle che, come in Sardegna, non trasferisce su scala locale il consenso che i sondaggi accreditano sul piano nazionale; conferma della difficolta di presentare agli elettori una coalizione di governo sufficientemente credibile.
5) In sintesi, il vento di destra continua a spirare (anche il voto portoghese conferma) e la costruzione di un'alternativa richiede un'opera di lunga lena e una strategia capace di parlare a una società larga e complessa.