I supertecnici non bastano
Intervista a Emanuele Fiano di Rodolfo Sala - La Repubblica (PDF)»
Io sono ipergarantista, e ovvia«mente penso che l'ultima grana giudiziaria che coinvolge l'Expo sia tutta da verificare».
Però?
«Però dopo questo nuovo avviso di garanzia non ci vengano a raccontare che bastano i supertecnici per superare problemi che solo lapolitica, scrivendo regole chiare, può superare».
Il parlamentare milanese Emanuele Fiano, fresco di promozione nella segreteria nazionale del Pd, ha appena lasciato la commissione Affari istituzionali della Camera, dove è stato ascoltato Raffaele Cantone. E come il presidente dell`Autorità anticorruzione, e come lo stesso Pisapia, Fiano pensa che Antonio Acerbo debba fare «un passo indietro» autosospendendosi dalla carica.
Onorevole, però il tempo stringe, mancano solo poco più di set- te mesi all`inaugurazione dell`Expo, e assistiamo a una nuova scossa. La politica ha fatto quel che doveva per garantire che tutto andasse per il meglio?
«A Roma ce ne siamo occupati, e ce ne stiamo ancora occupando. Ne so qualcosa come relatore della riforma della pubblica amministrazione, dove ci siamo battuti per dare al nostro sistema meno regole, ma più chiare. Mettendo mano anche a un nuovo codice degli appalti».
Le famose regole, comprese quelle che affidano forti poteri a Cantone sull`Expo, voi le avete stabilite, male inchieste per corruzione saltano fuori con una frequenza preoccupante...
«Certo, ci sono dei problemi. Ma la fotografia della Milano dell`Expo è assi diversa da quella scattata nel '92, ai tempi di Tangentopoli».
E cioè?
«Le vicende legate ad Expo hanno avuto e hanno come protagonisti dei tecnici, e questo dimostra che c'è l'esigenza di più politica. Di buona politica».
Però in nome della fretta si va avanti con qualche deroga di troppo, non è così?
«Vero, l'urgenza spesso ha concesso di deviare dalle regole dettate dalla politica. C'è anche da dire che Pisapia ha ereditato una situazione pesantissima, perché chi c'era prima di lui ha perso troppo tempo. Se così non fosse stato, non ci sarebbero stati ritardi, e neppure la necessità di concedere deroghe. Ma io sono ottimista».
Davvero?
«Gli attori di Expo, e parlo del livello politico, in particolare del Pd, si sentono investiti da un compito storico: l'Esposizione sarà una pietra miliare per una nuova generazione che a Milano come a Roma si sta spendendo in prima persona. Senza pensare che i risultati arrivano solo se la politica abdica: è vero il contrario».