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La maggioranza che sostiene Draghi

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli a RaiNews24.

Intanto penso che il Presidente Draghi abbia avuto il merito di restituire credibilità e valore alla parola “responsabilità nazionale”. Spesso se ne parla come un ripiego, come una rinuncia alla politica ma in realtà è una scelta precisa che ci ha proposto prima il Presidente della Repubblica e ieri il Presidente del Consiglio. È una proposta precisa: mettiamo da parte i toni da campagna elettorale, mettiamo da parte gli interessi di parte e, in una fase tanto difficile, dedichiamoci a fare quello che la politica dovrebbe fare sempre, cioè occuparsi dei problemi dei cittadini. Oggi vuol dire occuparsi del piano vaccinale, della riforma della sanità, vuol dire avere più Europa e non meno Europa e vuol dire fare quelle riforme necessarie anche per poter spendere al meglio i soldi del Recovery Fund e, quindi, vuol dire fare la riforma della Pubblica Amministrazione, la riforma della Giustizia e la riforma fiscale.

Spero che non ci sia un problema di trazione nella maggioranza che sostiene Draghi. Mi pare che Draghi abbia illustrato un programma preciso, abbia raccontato da dove vuole partire e abbia valorizzato un testo del Recovery Plan che sicuramente andrà aggiornato però non va riscritto, come invece qualcuno avrebbe voluto. Sono convinto che alla fine riusciremo insieme a raccogliere l’appello all’unità che ha fatto il Presidente del Consiglio, in nome del bene del Paese oggi ma, soprattutto, con l’ambizione di raccogliere l’altro invito importante che è quello di pensare al futuro e di pensare alle nuove generazioni e, quindi, di pensare all’ambiente, alla digitalizzazione.

Video dell’intervento» 

Sono sicuro che l’intergruppo sarà un semplice coordinamento parlamentare, che comunque non è poca cosa. È importante che le forze che hanno sostenuto fino all’ultimo il Governo Conte Bis facciano una sorta di patto, di consultazione e di coordinamento, senza escludere la possibilità di costruire un dialogo aperto con tutte le forze della maggioranza. Non darei troppo peso anche se capisco che la parola intergruppo possa far pensare altro.
Renzi dica quello che vuole; è abituato a fare battute.
Noi abbiamo il problema di governare il Paese, di fare in modo che la maggioranza che sostiene il Governo non sia a trazione leghista. Inoltre, penso che abbiamo il problema di costruire un campo democratico che si contrapponga oggi e domani a quello del centrodestra e continuiamo a lavorarci.
Alleanza strutturale o meno sono termini vuoti, anche perché siamo in una fase di grandi trasformazioni.

La vicenda dell’intergruppo è molto più semplice. Penso che dobbiamo continuare a tenere viva un’alleanza che secondo noi ha prodotto risultati positivi, che stava facendo un lavoro complicato di sintesi sulla giustizia e su altre questioni.
Questo lavoro non va disperso e, soprattutto, non va sacrificato con il rischio di una trazione leghista o del centrodestra nel Governo.
Ci coordineremo e lavoreremo insieme, continuando a dialogare con gli altri. Non c’è nulla di strutturale. Non c’è nulla di definito ma c’è un percorso che vogliamo fare assieme, perché bisogna costruire un campo democratico alternativo alle destre e questi sono i soggetti con cui cominciare a costruirlo.

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Penso che, se non tutte, la stragrande maggioranza delle proposte che avanzerà il PD per le nomine a Sottosegretario saranno femminili, come è giusto che sia dopo che non si è riusciti, all’interno dei Ministeri, a trovare soluzioni e proposte del Capo dello Stato e del Presidente del Consiglio con donne, soprattutto del PD ma ci sono poche donne in generale nel Governo.

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