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Le ragioni per considerare non completamente finita l’emergenza ci sono

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli a Radio Radio (video).

Le ragioni per considerare non completamente finita l’emergenza ci sono.
La campagna vaccinale è ancora in corso, ci sono ancora contagiati e problemi per la salute.
Fortunatamente, gli interventi che sono stati fatti in questi mesi, insieme alle vaccinazioni, ci consentono di guardare al futuro con molto ottimismo.
Nel nostro Continente, però, abbiamo anche realtà come la Gran Bretagna che testimoniano il fatto che i rischi di una ripresa di qualche variante vanno contenute. Credo, quindi, che non dobbiamo dare il senso di mettere i remi in barca.
Dobbiamo aprire il più possibile ma rimanendo pronti, nel caso che riparta la pandemia attraverso qualche variante.
Non mi convince chi dice che è finita l’emergenza.
Stiamo comunque ragionando in termini diversi da prima: la politica dei colori per le riaperture ha funzionato. In queste sere i tifosi saranno allo stadio.
Fino a quando ci sono qualche migliaio di contagiati e il rischio delle varianti, penso che non si debba dare il segno di chiusura della fase di emergenza.
Penso che dobbiamo essere pronti a prendere i provvedimenti necessari. Ci sono vicende che sono molto concrete che manifestano che la pandemia possa riprendere, come dimostra ciò che sta vivendo ora la Gran Bretagna e che hanno vissuto altri Paesi extra-europei.
Dobbiamo essere nelle condizioni di valutare immediatamente i dati e prendere provvedimenti.
Inoltre, c’è un messaggio che credo che dobbiamo continuare a dare ed è che bisogna ancora cautelarsi.
Confermare che siamo ancora in uno stato di emergenza, in questo senso, è utile.
Lo stato di emergenza, per come è stato interpretato nell’ultima fase del Governo Conte Bis ma anche ora con il Governo Draghi, non è più uno strumento utilizzato per saltare il Parlamento o altro: la fase dei DPCM è già chiusa.
Non vedo, quindi, alcuna controindicazione nel prorogare lo stato di emergenza.

Purtroppo la questione dei messaggi contradditori è un problema che abbiamo verificato più volte e con cui ci siamo dovuti confrontare a lungo in questi mesi. Ci sono, però, dei dati di fatto che sono quelli che ha illustrato il Ministro Speranza.
Non riesco a vedere controindicazioni al fatto che ci sia lo stato di emergenza: non mi pare che ponga problemi particolari e, anzi, può essere utile nel caso in cui ritorni a presentarsi qualche problema.

Anche rispetto ai vaccini penso che siano arrivati messaggi contrastanti; sono stati enfatizzati dati anche drammatici e luttuosi ma privi di una validità scientifica generale e si sono create situazioni complicate.
La campagna vaccinale è partita bene e ormai sta ottenendo risultati straordinari, fino alle 600mila vaccinazioni al giorno.
Oggi, in seguito a questi messaggi, diventa un po’ più complicato.
Credo, comunque, che l’obiettivo di raggiungere l’immunità di gregge a settembre resti credibile.
I messaggi continuamente contradditori e che spaventano le persone, però, sono troppi e ci vorrebbe un principio di responsabilità generale per lasciare alla scienza le valutazioni.
Gli scienziati hanno idee differenti sul fare una seconda vaccinazione con un farmaco diverso da quello utilizzato nella prima ma concordano sul fatto che tutti i farmaci approvati da EMA sono sicuri.

Video dell'intervista»»

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