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Una città più verde e più giusta

Written by Giuseppe Sala.

Giuseppe SalaArticolo di Repubblica.

"Da Milano può venire fuori un modello per il Paese". Ne è convinto Beppe Sala, che considera quelle sotto la Madonnina le elezioni "più importanti" tra tutte le Comunali d'autunno. Perché se a Roma il confronto si consumerà "su come rimettere a posto" la Capitale, dice il sindaco, qui la campagna elettorale sarà "uno scontro tra le visioni della città del futuro". Una Milano che dovrà essere diversa. "Più verde e più giusta", certo. Continuando però "ad associare un'idea di crescita". Anche questa, in un mondo cambiato dal Covid, non potrà più essere la stessa. Impossibile puntare solo "sui consumi", come è avvenuto in passato. "Dobbiamo trovare un modello che associ le opportunità della transizione ecologica all'occupazione, che crei più lavoro buono e pagato meglio".
È questa la formula da cercare e che può rappresentare una strada per il Paese: "Può nascere solo a Milano".
Eccola, la città (di nuovo) laboratorio. In tutti i sensi. E qui, la sfida che Sala consegna ai militanti e ai volontari del Pd - e non solo - riuniti a ragionare proprio di come disegnarla questa Milano che verrà, diventa politica. Perché il sindaco-ricandidato vuole "contribuire a costruire un centrosinistra che possa vincere". E la posta in gioco di queste elezioni travalica i confini comunali: "Se vinciamo bene a Milano - dice tra gli applausi - e se riusciremo a superare i prossimi due anni, che saranno difficili, e a impostare la Milano del futuro, nel 2023 vinciamo anche in Regione". Oggi Palazzo Marino, domani Palazzo Lombardia. Tanto che l'europarlamentare Pierfrancesco Majorino rilancia: "Serve scegliere subito una candidata o un candidato che vada ovunque e incontri le tante Lombardie diverse".
Per Sala il fuoco della campagna elettorale si accenderà a settembre. Ma per il centrosinistra questo è stato il primo vero sabato di mobilitazione. Tutti in presenza. Dalla biciclettata riformista di Italia viva al banchetto della lista civica Milano in salute. Fino alla Balera dell'Ortica, dove il Pd ha presentato il logo che unisce il nome del partito a quello del sindaco - la composizione della lista è aperta, ma probabilmente a guidarla saranno l'assessore Pierfrancesco Maran e la vicesindaca Anna Scavuzzo -, ma soprattutto ha riunito "400 persone" per scambiare idee e suggerimenti per la città. "Una Milano che vince se include e non lascia indietro nessuno", l'ha definita la segretaria metropolitana Silvia Roggiani, che ha dedicato l'iniziativa a Adil Belakhdi, il sindacalista ucciso durante una manifestazione.
Quella di sabato è stata solo la prima giornata per far nascere il programma del Pd da condividere poi anche con la coalizione. Ma dai 16 tavoli tematici qualche spunto è già uscito. Perché, ad esempio, per arginare il fenomeno delle baby gang, non seguire la sperimentazione partita nel Municipio 6 e pensare a educatori di strada che, dalle 18 alle 23, seguano i giovani? E se sul lavoro si punta sul Patto condiviso tra Comune, Afol e sindacati per tenere insieme formazione e occupazione di qualità, sul fronte casa si propone di estendere ai comuni della prima fascia l'offerta di abitazioni a basso costo per studenti. Qualcuno lancia l'idea di un assessorato al volontariato, c'è chi propone di istituire il servizio civile comunale e, nell'ottica di quella città a 15 minuti che sarà la chiave di tutto, ecco la suggestione: dedichiamo una percentuale fissa degli spazi pubblici a cultura e socialità. E il vecchio sogno di riaprire i Navigli che aveva accompagnato la prima corsa di Sala? Qui è lo stesso sindaco a dire: "È uno dei progetti proposti per il Recovery plan, ma se non fosse finanziato sarebbe difficile farlo".

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