Riforme: la politica comincia cambiando se stessa
Intervista di Gianni Russo al senatore Franco Mirabelli pubblicata dal mensile ABC.
«Una camera che riforma se stessa è una eccezione in Europa e non solo. E' un atto di responsabilità dei senatori nei confronti del Paese. Chi dice che oggi i problemi sono altri non capisce che serve dimostrare che la politica sa cambiare se stessa per chiedere agli altri di cambiare e fare le riforme e che uno Stato che funziona meglio serve per far tornare a crescere l'economia. Oggi abbiamo cominciato a fare la nostra parte!»
Senatore Mirabelli, apriamo questa nostra intervista con il virgolettato sopra trascritto, che abbiamo tratto dalla sua pagina facebook da lei postata l’8 agosto scorso, il giorno che il Senato ha dato via libera, in prima lettura, alla riforma costituzionale che tenta di abolire il bicameralismo perfetto o paritario, cioè il procedimento legislativo che assegna identici poteri ad ambedue le Camere che formano il Parlamento e che paralizza(va) il legislatore portando qualsiasi legge o riforma alle calende greche e spesso nel nulla. Lei che ha vissuto tutto quanto in prima persona ci fa un sintetico quadro dell’atmosfera in Aula durante il dibattito, oltre a quanto già emerso attraverso i media?




Come riportato dall’autorevole centro studi Strategia XXI, il Presidente russo ha deciso di giocare la carta della contrapposizione con l’Occidente per arginare la perdita interna di consensi e l’isolamento economico ed energetico internazionale della Russia. La mentalità sovietica, ancora forte in una larga parte della popolazione russa, e l’anti americanismo culturale di alcuni Paesi in Europa sono i più solidi alleati della propaganda di Putin.
Le riforme le stiamo facendo con una maggioranza in Parlamento che e' eterogenea. Centrodestra e centrosinistra sono stati acerrimi nemici negli ultimi vent'anni, adesso stiamo lavorando insieme. La storia viene cambiata da quelli che osano. Se non ci fosse questa spinta, che alcuni considerano della follia, non ce la faremo. Alcuni di questi temi aspettano da vent'anni, la pressione ci viene anche da questo. Io non avrei mosso quelle critiche, avrei agito come Renzi quando ha perso le primarie con Bersani con spirito collaborativo. Bene le critiche costruttive, ma se le critiche servono a frenare la macchina del segretario e del premier non so che senso hanno.
Il modo di