Stampa

Governo, ambiente e mafie ai tempi del Covid

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli svolto all'incontro con il PD del Municipio 6 di Milano.

È utile discutere per avere contezza di ciò che il Partito Democratico e il Governo stanno cercando di fare. Questo Governo è nato cercando di mettere insieme partiti che alle ultime elezioni si sono presentati come avversari e, quindi, si deve cercare una sintesi tra posizioni che sono diverse e questa non è un’impresa semplice.
Abbiamo fatto una scelta chiara: evitare di portare il Paese alle elezioni per impedire alla destra estremista di andare al Governo e, soprattutto, di portare il Paese lontano dall’Europa.
Questo Governo, dopo la Legge di Bilancio - che reputo positiva perché c’erano alcuni segni importanti rispetto ad un’idea di Paese che avevamo messo in campo già congresso - si è trovato ad affrontare il covid.
Questa situazione ha messo il Governo di fronte ad una responsabilità enorme, che è stata quella di salvaguardare il Paese e gestire la crisi sanitaria e, a mio avviso, è stato fatto bene.
Pochi Paesi hanno avuto il coraggio che ha avuto l’Italia di fare il lockdown e la determinazione che abbiamo avuto a cercare di sconfiggere il virus e i risultati ottenuti dimostrano che si è agito bene.
In altri Paesi il problema è stato sottovalutato si è agito in altro modo.
Noi abbiamo fatto una serie di decreti importanti che ci hanno consentito di far fronte al covid.
Inoltre ci siamo posti da subito il problema di non lasciare le persone da sole di fronte a un evento che ha certamente messo in difficoltà le famiglie e privato del reddito molte persone. C’era bisogno di un intervento pubblico massiccio su questo e lo abbiamo fatto e stiamo continuando a farlo.
I primi interventi sono stati i bonus di 600 euro per i lavoratori autonomi che non hanno mai avuto ammortizzatori sociali prima d’ora e adesso sono passati a 1000 euro; poi abbiamo garantito la cassa integrazione in deroga anche per i dipendenti delle piccole aziende.
Questo è stato fatto con strumenti antichi in una fase emergenziale e per questo i soldi sono arrivati così tardi alle persone.
Adesso quella fase è stata superata e, con il Decreto Rilancio, si sono attrezzati l’INPS e la Pubblica Amministrazione per garantire più in fretta anche il reddito di emergenza e gli altri ammortizzatori sociali messi in campo.
Abbiamo, quindi, dato prova di responsabilità e anche di grande coesione.
Abbiamo, infatti, fatto due interventi, uno di 40 miliardi e uno di 80 miliardi, che da tempo non si facevano neanche nelle Leggi di Bilancio; eppure siamo riusciti a gestirli facendo prevalere l’interesse generale e gli obiettivi che insieme ci siamo dati.
È normale che ci siano state differenze e discussioni sul merito di provvedimenti di questo tipo ma alla fine siamo sempre riusciti a trovare la sintesi.
Non abbiamo un quadro idilliaco ma penso che abbiamo fatto un pezzo e credo che lo abbiamo fatto bene, dando credibilità alle istituzioni in una fase difficilissima, in cui i cittadini avevano bisogno di credere nelle istituzioni.
Tutti i dati dicono che, oltre al Governo, anche sindaci, Presidenti di Regione e le figure che sono state di riferimento per le diverse amministrazioni oggi hanno la fiducia dei cittadini anche per come complessivamente si è dato il senso di istituzioni che lavorano per aiutare le persone.
Non tutto ha funzionato.
Adesso siamo arrivati ad un punto di svolta: c’è il problema di come rilanciare l’economia e l’occupazione e come aiutare le imprese e questo è il tema che stiamo affrontando con il Decreto Rilancio e con il Decreto Semplificazioni.
Nei Decreti si prevedono una serie di interventi che guardano al futuro e non solo alla necessità di far fronte all’emergenza.
Questa è la prova più difficile che ha di fronte il Governo.
Il Decreto Rilancio mette in campo aiuti significativi alle imprese oltre che confermare gli ammortizzatori sociali. Ci sono soldi a fondo perduto a favore delle imprese a partire dalle più piccole, quindi, non solo prestiti garantiti come era previsto nella prima fase. Ci sono alcune misure anticicliche che possono rilanciare alcuni settori economici come il superbonus al 110% per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici o di messa in sicurezza degli stabili. È un intervento molto significativo che oltre a migliorare le condizioni ambientali, diminuendo le emissioni, riducendo i costi per gli inquilini, può anche dare un contributo serio a rilanciare un settore come l’edilizia e, quindi, una parte importante dell’occupazione.
Un altro terreno su cui si è agito è quello del turismo, che è un settore che rischia di subire più di altri il peso delle chiusure e anche su questo ci sono una serie di interventi importanti, come il bonus vacanze per sostenere le famiglie che vanno in vacanza in Italia e misure a sostegno della cultura.
Questo è il fronte su cui si sta lavorando.
C’è poi un tema che riguarda l’innovazione e la ricerca.
Il Governo ha recentemente approvato anche il Decreto Semplificazioni che, oltre alla questione della velocizzazione dei cantieri, senza cancellare tutele di legalità o tutele ai lavoratori, contiene una serie di provvedimenti che dovrebbero accelerare le opere, soprattutto le grandi opere, e una serie di altre scelte significative, tra cui c’è un capitolo sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione che davvero può avere effetti straordinari nel rapporto tra cittadini e P.A. e tra imprese e P.A. in termini di semplificazione e di accelerazione dei tempi.
Si è sperimentato, ad esempio, il funzionamento della SPID (l’identità digitale), lo strumento di cui ciascuno può appropriarsi per certificare ogni proprio intervento in rapporto con la Pubblica Amministrazione sulla questione del bonus vacanze.
Abbiamo passato settimane a discutere sul fatto che la cassa integrazione o il bonus da 600 euro ci hanno messo mesi ad arrivare, oggi siamo arrivati a migliaia di bonus che vengono dati alle persone nel tempo di pochi secondi con questi strumenti.
Ci sono, quindi, una serie di provvedimenti che possono davvero migliorare la vita delle persone.
Tutto questo non è neutro: altri avrebbero fatto altre scelte; proponevano i condoni, proponevano di fare uno scambio tra meno legalità e più velocità nelle opere, meno controlli e più soldi da investire. Non abbiamo scelto quella strada ma abbiamo scelto strade qualificanti per il PD.
Con M5S bisogna sempre trovare una sintesi.
Credo che la giornata del primo luglio abbia fatto giustizia rispetto a tanti discorsi che sono stati fatti sul fatto che in questi mesi avremmo lavorato soltanto per senso di responsabilità senza dare un segno all’azione di Governo, in quanto in quella data sono entrati in vigore il taglio del cuneo fiscale, che era una battaglia nostra per far pagare meno tasse sul lavoro e lasciare più soldi nelle tasche dei lavoratori; e le misure per la lotta all’evasione fiscale, con una serie di norme per garantire ulteriormente la tracciabilità dei flussi finanziari per obbligare gli studi professionali a utilizzare il POS e, quindi, a farsi pagare con bancomat e carte di credito, incentivando chi usa i pagamenti elettronici, e poi abbiamo abbassato a 2000 euro il tetto di spesa in contanti che è importante sia per contrastare l’evasione fiscale che il riciclaggio di denaro da parte delle mafie.
Questa è un’altra questione qualificante per una forza come la nostra.
Un altro punto sta dentro all’ecobonus del 110%, che è una delle misure che stiamo mettendo in campo per dare una prospettiva concreta all’idea di green economy: un’idea di sviluppo del Paese e dell’economia che faccia della sostenibilità ambientale, oltre che sociale, un tema fondamentale.
Su queste cose siamo riusciti a trovare una sintesi con tutto il Governo e abbiamo fatto cose utili.
Altre proposte sono state messe in campo.
Penso, quindi, che questa sia un’esperienza utile al Paese e credo che questa sia la cosa principale che vale più di tante discussioni interne, che fortunatamente abbiamo ridotto.
Un altro elemento positivo è il fatto che abbiamo un partito unito in questa fase, che riesce a perdere meno tempo in discussioni interne ma sta su pezzo rispetto a ciò che serve al Paese.
Finché ci sono le condizioni per proseguire in questo modo credo che dobbiamo farlo, cercando di consolidare questa maggioranza.

In Commissione Ambiente al Senato, da tempo, c’è in discussione una proposta di legge riguardante il consumo di suolo. Non è semplice costruirla perché non è semplice pensare a interventi che possano essere estesi su tutto il territorio nazionale, dalle città ai piccoli borghi, ma ci si sta provando a partire dal principio di non consumare ulteriore suolo e, quindi, chi consuma suolo deve poi metterne a disposizione della collettività altro. Oppure, come in tutte le occasioni in cui in questi anni si è legiferato sulla casa, si può cercare di favorire e incentivare l’utilizzo di quello che c’è, con interventi sulle aree dismesse, abbattimento e ricostruzione di vecchi edifici magari anche migliorandone l’efficienza energetica e, quindi, l’impatto ambientale.
Credo Milano e Città Metropolitana stiano affrontando questo tema. Tutti gli interventi sulle grandi trasformazioni urbane, come ad esempio le aree degli ex scali ferroviari o le caserme, ci deve far dire che c’è un’attenzione al tema del ridurre il consumo di suolo e incrementare il verde.
Sicuramente c’è ancora molto da fare ma questa amministrazione ha dimostrato un’attenzione al tema che non c’è stata in altre fasi.

Rispetto alla questione degli eco-reati, i Procuratori Antimafia spiegano che le attività principali delle mafie in questo momento sono il riciclaggio di denaro proveniente dai traffici illeciti dentro l’economia legale e da questo deriva la forte presenza della criminalità organizzata al Nord e poi il traffico dei rifiuti, soprattutto il trasporto dei rifiuti, dove è evidente che c’è un vero e proprio sistema che coinvolge anche una parte ampia delle imprese, che risparmiano commissionando lo smaltimento dei rifiuti alle mafie perché non certificano cosa trasportano e smaltiscono realmente. Il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti è un grande business e si traduce in un traffico di dimensioni internazionali.
Non possiamo più pensare infatti che reggano i confini nazionali. Tutta questa partita dello smaltimento dei rifiuti ha una dimensione globale e, quindi, serve grande attenzione. Tutte le ultime inchieste recenti sulla criminalità organizzata al Nord parlano di rifiuti.
È evidente che per contrastare questo traffico è importante monitorare i trasporti.
Prima si utilizzava il Sistri per monitorare i trasporti. Sicuramente questo strumento aveva dei limiti di funzionamento ed era molto costoso per le aziende.
Il Governo giallo-verde ha abolito il Sistri senza però averlo sostituito con un altro possibile strumento adeguato per monitorare gli spostamenti dei rifiuti e questo rende più difficile il contrasto al traffico illecito.
Su questo credo che dovremo intervenire.
Su questo fronte però non è tutto mafia, come mostra la storia della Città Metropolitana.
Sulla questione dei rifiuti, ormai c’è questa preoccupante abitudine di acquisire capannoni, riempirli di rifiuti e poi smaltirli bruciandoli, causando anche ulteriori danni ambientali e violando tutte le regole. Su questo abbiamo molti esempi, da Cinisello a Bruzzano ad altre zone dove molti impianti o realizzati in maniera abusiva sono bruciati oppure impianti non abusivi che però sono stati distrutti per evitare i costi dello smaltimento dei rifiuti.
Su questo c’è un’attenzione da mettere in campo e le forze dell’ordine, in particolare il nuovo corpo dei carabinieri che ha sostituito la guardia forestale, si sta attrezzando e sta lavorando.
Un altro tema che può anche non essere ascritto agli eco-reati, su cui a Milano abbiamo problemi seri è quello dell’inquinamento delle acque dagli scarichi industriali e fognari.
Il problema del Lambro e del Seveso che esondano comporta anche il problema che le loro acque sono sporche e fortemente inquinate da scarichi abusivi e industriali su cui la Regione non fa niente. Le acque vengono solo in parte depurate quando arrivano ai depuratori alle porte di Milano.
Il tema degli scarichi industriali abusivi è un problema serio che andrebbe affrontato e che, invece, troppo spesso derubrichiamo quando pensiamo alle questioni che riguardano i reati ambientali.

Da mesi, chiunque si occupa di criminalità organizzata ha lanciato un allarme, per chiedere di stare attenti perché la crisi economica che ha generato il covid può diventare una grande occasione per la criminalità organizzata.
È già successo durante la crisi del 2008 e negli anni successivi. Di fronte alle difficoltà delle imprese, in particolare alla difficoltà ad avere credito, la criminalità organizzata si è offerta per dare servizi agli imprenditori. Al Nord tanti imprenditori hanno attinto alle risorse della criminalità organizzata, senza rendersi conto che questo significa di fatto fare entrare la criminalità organizzata dentro al sistema delle proprie aziende e spesso porta a perdere le aziende.
Anche nei mesi antecedenti all’emergenza covid ci sono state diverse inchieste in Veneto che hanno dimostrato come la criminalità organizzata si presentasse agli imprenditori sia per avere accesso al credito ma anche più semplicemente per fornire servizi come il recupero crediti o protezione di diverso tipo.
Oggi il dato rischia di essere enfatizzato di fronte alla crisi.
Intanto bisogna cercare di fare al meglio quello che il Governo ha messo in campo in questi mesi: favorire l’accesso al credito delle imprese e dare soldi anche a fondo perduto alle imprese per evitare che si crei quel bisogno che poi porta a scegliere la scorciatoia del rapporto con la criminalità organizzata.
Non sarà sufficiente perché, ovviamente, bisogna sapere che una battaglia come questa non la fanno soltanto le forze dell’ordine o la guardia di finanza o la magistratura e la Direzione Nazionale Antimafia, che pure sono strumenti straordinari, ma ci vuole un coinvolgimento ampio.
L’idea della Ministra Lamorgese di organizzare in ogni Prefettura dei tavoli con tutte le associazioni di imprese e commerciali presenti sui territori per verificare la situazione sul mercato e individuare le anomalie che ci possono essere, in questo senso è molto utile.
Ci sono una serie di spie che possono far pensare alla presenza delle mafie e che si possono verificare, ad esempio i negozi che cambiano spesso gestione.
Inoltre c’è la questione dei flussi finanziari. Bisogna essere nelle condizioni di verificare la provenienza dei soldi. Da questo punto di vista il sistema bancario comincia ad avere regole ferree. L’utilizzo dei pagamenti elettronici aiuta la tracciabilità e aiuta il fatto di ridurre i contanti.
Accanto a questo c’è un altro tema che abbiamo affrontato in questi giorni con il Decreto Semplificazioni, cioè l’idea di tenere alta l’attenzione anche sul velocizzare e semplificare le procedure per gli appalti e sull’acquisizione di finanziamenti e non solo.
Salvini diceva che per lavorare in fretta bisognava cancellare il Codice degli Appalti e le certificazioni antimafia, cioè partiva dall’idea che se si tolgono le regole si può fare tutto e non importa se si aprono varchi enormi alla criminalità organizzata o alle mafie o al malaffare perché quella è la strada più veloce.
Noi abbiamo fatto una scelta diversa: abbiamo scelto di mettere in campo una serie di norme per velocizzare i lavori ma senza sguarnire le norme che hanno funzionato nel ridurre l’aggressione delle mafie agli appalti pubblici. La certificazione antimafia, quindi, continuerà ad esserci perché è necessaria.
Nel Decreto Semplificazioni c’è anche l’idea di estendere i protocolli di legalità in modo che le aziende private nei i rapporti tra privati si consenta di verificare la possibile penetrazione delle mafie. In più abbiamo introdotto una serie di iniziative per verificare anche quali sono le proprietà e i finanziamenti delle imprese che chiedono i finanziamenti allo Stato.
Sicuramente dovremo fare anche altro, ad esempio, ci segnalano che c’è un’ampia diffusione dell’usura, perché non hanno problemi solo gli imprenditori ma anche chi ha perso il lavoro o chi lavorava in nero e ora oltre ad aver perso il posto non può neanche accedere ai sussidi. Il rischio è che l’usura diventi uno strumento per la criminalità organizzata per acquisire consenso e rinsaldare la propria presenza e il proprio insediamento sociale.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

Pin It