La cultura che manca

"Io sono da sempre per una Rai pubblica - ha affermato ancora Franceschini - e mi rallegro che sia stata accantonata ogni idea di privatizzazione. Certi settori vanno sottratti alla dittatura dello share. Mi aspetto che la Rai investa di più e meglio in cultura. Altre tv possono scegliere la cultura come ragione commerciale o vocazionale ma restano aziende private. Per la Rai è la ragione sociale".
Sui direttori dei Musei, il Ministro ha affermato: "ho sempre detto che la scelta deve essere guidata dal cv, non dalla nazionalità. Anche stavolta abbiamo scelto i migliori. Sull'Economist abbiamo presentato un bando internazionale per il futuro direttore di Pompei". A proposito dell'ultima tornata di nomine dei direttori dei musei, diversamente da quanto accadde quando era ministro ai tempi del governo Renzi, questa volta ha visto tutti nomi italiani, salvo un francese, Stéfane Verger al Museo nazionale romano.
"Tra quota 100 e l'età media avanzata, il Mibact soffre una grave carenza di organico. Se non assumiamo dovremo chiudere musei e archivi di Stato", ha detto Francesschini, stigmatizzando la "retorica per cui ogni assunzione nella Pa è sinonimo di clientelismo e fannulloni. Abbiamo l'esigenza di portare nei ranghi della Pa decine di migliaia di giovani laureati, competenti e capaci di parlare le lingue straniere. Si fa un gran parlare di semplificazione e digitalizzazione ma chi dovrà portare a compimento questo enorme lavoro?".
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