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La situazione di Napoli nell'emergenza covid

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in Commissione Antimafia durante l'audizione del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris (video).

Credo che sia importante l’audizione in Commissione Parlamentare Antimafia di Luigi De Magistris perché le preoccupazioni che ha espresso sono quelle di tutti.
È evidente che il tema dell’audizione non può che essere quello di un disagio sociale che è presente, che si aggrava con la pandemia e con la crisi economica conseguente e che può diventare oggetto di intervento e iniziativa da parte della camorra e della criminalità organizzata, che tende ad approfittarsene.
Così come, dall’altra parte, il dovere che abbiamo di intervenire, dando risposte concrete ai cittadini, per evitare che questo disagio sociale esploda e si trasformi in rabbia.
Condivido la proposta che ha fatto il sindaco di reintrodurre la misura che garantiva fondi per assistere le famiglie più povere e quel sommerso che ci ha descritto bene durante la sua relazione.
Già la proroga di due mesi del reddito di emergenza va esattamente in questa direzione, perché stiamo parlando comunque di un intervento che mirato per quel sommerso.

Vorrei fare due domande al sindaco perché credo che ci serva capire una serie di questioni e ci serve anche capire cosa stanno mettendo in campo il Comune di Napoli e la Città Metropolitana di Napoli per prevenire alcune situazioni.

A noi risulta che in questi mesi e in questi anni c’è stato – così dicono gli investigatori – un ingente intervento della camorra sul terreno dell’acquisto e dell’acquisizione di locali della movida (discoteche, esercizi commerciali), con cui si riciclano ingenti somme. Teniamo conto del fatto che in questa fase di crisi e di difficoltà per il commercio, è evidente che ci sia il rischio che per la camorra sia ancora più conveniente acquisire esercizi commerciali a condizioni ancora migliori.
Su questo tema, unitamente al fenomeno dell’usura, penso che si debba intervenire e bisogna prevenire.
Vorrei capire, quindi, se il Comune di Napoli ha messo in campo o sta mettendo in campo un controllo rispetto ad esempio al passaggio e alla compravendita di licenze commerciali o di autorizzazioni commerciali, se non addirittura dei locali commerciali per verificare le anomalie e capire dove intervenire per contrastare questo fenomeno.

La seconda questione che vorrei porre riguarda la vicenda delle occupazioni abusive e di ciò che è stato denunciato recentemente sul quartiere dei Ponticelli ma anche su altri, cioè iniziative volte non solo a occupare abusivamente degli alloggi ma addirittura a chiedere il pizzo a chi legittimamente in quegli alloggi risiede o a espropriare persone che vi abitano legittimamente.
È chiaro che questo tema, posto così, è un’esasperazione di problemi che ci sono anche in altre realtà e in altre città, però qui abbiamo la sensazione che ci sia un vero e proprio racket da cui non credo che la criminalità organizzata si stia estraniando.
Vorrei capire, quindi, dal sindaco se condivide questa analisi e cioè che ci sia un interesse diretto della criminalità organizzata nella vicenda del racket degli alloggi popolari, che sono patrimonio pubblico, e che interventi ha messo in campo o pensa che si debbano mettere in campo per fermare l’abusivismo e contrastare questo racket.

Video dell’intervento e della risposta»  

Risposta di Luigi De Magistris.

Il welfare della camorra c’è stato ma in maniera non pervasiva, per due motivi: ha funzionato in maniera eccellente la capacità del Comune di Napoli di immettere liquidità nelle tasche delle persone più povere, con una procedura online di massima trasparenza, appena ci è arrivata l’ordinanza dal Governo. Si è trattato di 7/8 milioni di euro complessivi; anche il Comune ha messo delle risorse a disposizione e abbiamo fatto un Conto Corrente a cui diversi cittadini napoletani hanno contribuito economicamente.
Questo, unitamente ai pacchi alimentari legali, ha molto arginato il tentativo della criminalità organizzata che c’è stato in maniera sporadica di andare con pacchi spesa.
Quello che appare più significativo, oltre all’attività del Comune, è stata anche quella rete di solidarietà popolare che si è manifestata anche plasticamente in alcune immagini come il “panaro solidale” (“Chi più ha, metta. Chi meno ha, prenda”).
Sta funzionando questa rete, quindi, la considero un fatto importante e, innestata con il welfare comunale e delle varie municipalità, per ora sta tenendo.

Dove si registra un livello di allarme più preoccupante è proprio sul tema delle attività economiche e commerciali, che sono quelle che maggiormente stanno soffrendo. Qui introduco il tema degli Airbnb, B&B e case vacanze, che sono stati uno degli elementi di maggior esplosione delle attività economiche e hanno coinvolto soprattutto tantissimi giovani, che in questi anni sono anche tornati a Napoli: abbiamo avuto una migrazione di ritorno per l’esplosione turistico-culturale. Tutte queste attività oggi sono ferme.
Già si sono registrati dei casi in cui la camorra ha tentato di acquisire delle strutture ricettive che erano state di recente realizzate nella nostra città.
La mia preoccupazione, derivante anche dai contenuti delle lettere che ricevo, è che, siccome tutte queste attività che sono state aperte ora vengono ristorate dai sussidi economici anche a fondo perduto o credito di imposta e altro troppo parzialmente, e lo comprendo anche, non vorrei che in futuro non siano più sostenibili. Non ci sono grandi catene industriali a Napoli a fare da alternativa: una delle ultime grandi industrie è la Whirpool, di cui si è occupato spesso anche il Parlamento.
Questa economia culturale è stata forse l’elemento più forte della crescita di Napoli di questi anni e, stando ferme per un periodo lungo, le persone economicamente non riescono a reggere.
Tantissime sono le lettere e le email, le telefonate e gli incontri che ho fatto con persone soprattutto giovani. È evidente che se questo è l’anello debole, è un anello debole che potenzialmente può essere sicuramente aggredito.
È importante, quindi, la misura del reddito di emergenza che è stata sottolineata, perché in tempi di pandemia le risorse devono arrivare anche a chi svolge un lavoro nel circuito del sommerso e anche del nero. È inutile che ce lo nascondiamo: esiste nelle nostre città, compresa Napoli.
Ho visto persone con impieghi sottostimati perché arrivavano a dichiarare meno di quello che effettivamente lavoravano e prendono una cassa integrazione di 50, 60, 70 o 100 euro.
È chiaro che di fronte a questa miseria che sta avanzando, se non siamo rapidi e se non creiamo un welfare di comunità, potrà arrivare un welfare camorristico, soprattutto in questo periodo in maniera più consistente.
Partecipo personalmente a tutti i comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica e, già prima che scoppiasse la pandemia, ho più volte posto l’attenzione ai vertici delle forze di polizia sul fatto che l’esplosione delle attività economiche, commerciali e turistiche potesse essere ovviamente, è intuibile, una grande opportunità e occasione anche per il crimine organizzato. Alcuni segnali di attività che hanno mutato assetti societari o sono cambiate rapidamente nel corso del tempo sono stati anche notati, perché ci sono state delle attività investigative. Il rischio è che questa diventi una grande opportunità anche per il crimine, perché è chiaro che adesso, in questa fase pandemica, potrebbe approfittare in maniera diversa per appropriarsi di attività, mantenerle in piedi e poi vederle rifiorire non appena le nostre città, speriamo quanto prima, potranno riprendere a vivere la vita ordinaria.
A Napoli, comunque, c’è un livello di cooperazione eccellente tra amministrazione comunale, forze di polizia

Per le occupazioni abusive, ciò che è stato sottolineato dal Senatore Mirabelli, è un dato assolutamente reale. Noi abbiamo un esempio che ha funzionato, che è frutto di una collaborazione tra Governo, Parlamento e Comune di Napoli e parlo dell’esperienza delle Vele di Scampia e dell’intervento realizzato con il Bando Periferie. Con il territorio, il Comune di Napoli, l’Università, il Governo e il Comitato Vele siamo riusciti a mettere in campo un esempio in cui si è riusciti a trasformare luoghi dove c’erano anche testimonianze di illegalità in un circuito di legalità e di rispetto delle norme assoluto (cioè abbattimento e realizzazione di alloggi popolari) e ad evitare che le case - che nel frattempo venivano liberate in attesa di essere abbattute le Vele - potessero essere occupate in maniera illegale o peggio ancora andare in un mercimonio controllato dalla criminalità organizzata.
Recentemente abbiamo segnalato anche noi il caso della zona del quartiere orientale di Napoli, nella zona di Ponticelli e, in particolare, anche della zona degli alloggi popolari di via De Gasperi e poi di un’altra zona lì vicino, dove abbiamo assegnato con molta fatica alloggi. Il Comune di Napoli dal 2013 è in pre-dissesto e non ci sono soldi a bilancio e, quindi, si fa fatica a intervenire.
Ci sono arrivate delle segnalazioni che abbiamo già veicolato nei luoghi istituzionali preposti; sappiamo che si sono realizzate delle occupazioni non per stato di necessità ma, evidentemente, in qualche modo controllate ed ambite anche della criminalità.
Mi fa piacere, quindi, che sia stato posto il tema della casa perché in questi tempi di pandemia, non c’è solo il tema del lavoro che si perde o diventa sempre più precario. Il diritto alla casa può diventare oggetto di rischio, anche perché in una città come Napoli - ma anche altrove - non c’è stato un calmierare degli affitti in generale sia per le attività commerciali che per le situazioni delle locazioni, quindi, questo è un altro tema che andrebbe sottolineato con maggiore forza perché si può creare, in un momento complessivo di emergenza, anche un’emergenza abitativa.

Video dell’intervento e della risposta» 

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