Cortocircuito

Se avessimo avuto un sistema all’inglese, sarebbero passate solamente due forze politiche, sostanzialmente equivalenti, con impossibilità di accordi a causa delle (apparenti) divergenze ideologiche. Mattarellum? Basta invertire i numeri di elezione tra proporzionale e maggioritario, e avremmo un risultato analogo. Sistema tedesco? Non applicabile, loro hanno un numero variabile di parlamentari in un sistema monocamerale (4 dicembre…do u remember?).
Non saremo la ruota di scorta

Piero Fassino, ex segretario dei Ds e sindaco di Torino, appena eletto nuovamente deputato. Lunedì è convocata la direzione del Pd. Lei che percorso vede per la successione a Renzi?
«Intanto la direzione prenderà atto delle sue dimissioni di Renzi. Poi incaricherà Martina di assumere la guida operativa del partito fino all’assemblea nazionale da convocare entro un mese. E si aprirà una prima riflessione sulvoto, che continuerà nelle direzioni territoriali. E ribadiremo che è responsabilità di chi ha vinto le elezioni indicare come intenda governare il Paese. Non spetta al Pd cui non si può chiedere di essere ruota di scorta».
Niente appoggi a Governi Lega o M5S

Passaggio in ombra

Le elezioni del 4 marzo hanno rappresentato una fase di passaggio di paradigma politico che in qualche misura era atteso, ma non certo nelle forme e nei modi che ha assunto: il sommovimento di voti che ha favorito la coalizione di destra (ormai trainata dalla Lega non più Nord ma nazionale di Matteo Salvini) e che ha consegnato il ruolo di primo partito al Movimento 5 stelle (il cui baricentro si è spostato verso Sud) ha contemporaneamente relegato il Partito Democratico, ormai rimasto l’unico riferimento di una sinistra possibile, nella condizione di minorità in cui sono state relegate la maggior parte delle forze politiche di sinistra nel Vecchio Continente.