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Ci vuole più rispetto delle persone e del loro futuro

Scritto da Maurizio Belloni.

Maurizio Belloni In questi giorni si fa ancora un gran parlare di “quota 100” e del fatto che secondo molti autorevoli esponenti del centro-sinistra sarebbe una misura per pochi privilegiati e che costa 20 miliardi di euro.
Al riguardo mi preme fare alcune doverose precisazioni in quanto sono un utilizzatore di “quota 100”.
1) In politica è veramente sbagliato varare delle misure specifiche e poi cambiarle in corso d’opera vanificando aspettative e ipotesi per il futuro delle persone coinvolte. “Quota 100” è una misura sperimentale per 3 anni e va portata a termine per evitare che persone che si sono costruite una speranza futura debbano cambiare programmi e vengano danneggiate anche economicamente.
2) Coloro che usufruiscono di “quota 100” non sono dei privilegiati ma dei lavoratori con 38 e più anni di lavoro alle spalle (nel mio caso 42 anni) che hanno versato i contributi pensionistici relativi e che sono stati penalizzati dalla Legge Fornero con uno o più anni di ritardo nell’andare in pensione.
3) Affermare che ci costano 20 miliardi di Euro da l’dea che lo stato regalerebbe questi soldi a questi pensionati. Ma non è così, infatti questi lavoratori hanno versato i contribuiti in passato e questi sono stati utilizzati per pagare le pensioni di altri lavoratori e ora tocca il loro turno, semmai si tratta di un problema di cassa, ovvero di reperire i soldi che non sono stati accantonati in passato dallo stato. Nel mio caso ad esempio ho versato una somma equivalente a 400.000 euro, il che vuol dire che mi pagherò da me stesso la pensione per almeno 20 anni. Inoltre il maggiore costo dell’anticipo pensionistico viene in tutto o in parte coperto da minor costo delle pensioni erogate negli anni, in quanto l’ammontare della pensione a causa dell’anticipo è inferiore. Sempre per fare l’esempio del mio caso il beneficio di un anno di anticipo quantificato in 25.000 euro è ampiamente coperto da minori costi negli anni futuri quantificati con riferimento alla media delle speranze di vita in 30.000 euro.
4) Qualcuno afferma che andranno in pensione presto con un’età di 62 anni. A questo proposito ricordo che nel nostro paese ci sono, secondo statistiche INPS del 2017, circa 3 milioni di pensionati hanno meno di 64 anni, i baby pensionati (Decreto Rumor del 1973 che permetteva alle donne di andare in pensione con 14 anni 6 mesi 1 giorno e gli uomini con 19 anni 6 mesi 1 giorno U) sono secondo uno studio di Confcommercio 531.000 e infine con la Legge Mosca del 1974 circa 37.500 funzionari di partiti e sindacati (9000 CGIL e 8000 PCI) sono andati in pensione presto con versamenti quasi nulli.
5) E’ vero che esiste il problema delle pensioni future di molte donne, dei giovani, degli esodati (ne rimangono ancora 6000) e dei precoci che certamente va affrontato, ma le forze progressiste non hanno mai utilizzato i diritti sacrosanti di alcuni lavoratori/pensionati per contrapporli a quelli di altri. “Quota 100” è solamente una misura di flessibilità in uscita che molti studiosi ed esperti hanno auspicato venisse finalmente messa in pratica, caso mai esiste un problema di priorità.
6) Infine mi preme ricordare che “quota 100”, tra l’altro senza vincoli di età e di contributi versati, è da sempre un battaglia portata avanti dalla sinistra e dai sindacati, si verifichi al riguardo le numerose proposte in merito presentate nelle scorse legislature.
In conclusione penso che per darsi una qualche visibilità politica con affermazioni demagogiche, a sensazione e poco approfondite nel merito, si danneggia l’immagine politica dei partiti di centro sinistra e si allontanano sempre di più le persone dalla politica e dalle istituzioni.
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