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La necessità di una svolta vera

Scritto da Alessandro Del Corno.

Alessandro Del Corno Le elezioni regionali dell’Umbria, svoltesi domenica 27 ottobre, hanno visto sicuramente una grande vittoria del Centrodestra, sempre più a trazione leghista,anzi, salviniana, senza dimenticare l’ottimo risultato di Fratelli d’Italia e di converso, la pesante sconfitta dell’alleanza Pd-5 Stelle.
Le motivazioni di ciò, vanno certamente trovate in ambito locale per gli effetti del cosiddetto scandalo “sanitopoli” che, porto’ alla decapitazione politica della Giunta precedente, ma questo, non deve derubricare tale risultato squisitamente in ambito regionale, ma al contrario, necessita darne una lettura anche con valenza nazionale.
Del resto, era il primo appuntamento elettorale, dopo la crisi politica e di governo di agosto e la campagna elettorale in Umbria, ha visto, soprattutto negli ultimi giorni, una forte partecipazione dei leaders nazionali, da una parte e dall’altra, addirittura, con la discesa in campo in prima persona del Presidente del Consiglio Conte, per benedire il Patto Civico tra Pd e 5 Stelle.
Il responso è stato inequivocabile e da qui, sarebbe innanzitutto doveroso, fare un’impietosa autocritica, rispetto al momento ed al luogo specifico per sperimentare il laboratorio in chiave territoriale, di una possibile alleanza Pd-5 Stelle che, risulta a mio modo di vedere, ancora praticabile, ma in contesti diversi e con un processo di maturazione politica che, dia l’effettivo segnale di un’alleanza, non accrocchiata all’ultimo minuto, ma costruita in modo serio ed efficace davanti agli elettori.
Certo, sullo sfondo, ma da protagonista assoluto, rimane il dato nazionale, dove anche qui ritengo che, la costituzione del governo “giallorosso”, sarebbe dovuto nascere, solo, se fossero effettivamente maturate, come diceva inizialmente il segretario del Pd Zingaretti, le condizioni di svolta, sia negli uomini che nei contenuti.
Cosa, poi avvenuta solo parzialmente.
La pratica dell’operazione politica, in conseguenza del temporaneo ”harakiri” di Salvini, che ha determinato la nascita del governo, avrebbe avuto ed ha ancora, la possibilità di un suo successo, solo, se si riuscirà a porre mano, almeno in parte, ai problemi agitati propagandisticamente da Salvini che, prima di un’affermazione politica, gode di un consenso “culturale” in una parte importante dell’opinione pubblica.
Quindi, per rispondere alla logica di cui sopra, a mio modo di vedere, ad esempio, sarebbe stato opportuno, dare sin da subito, un segnale forte nella direzione dei ceti medi-popolari e quindi, con l’attuale legge di bilancio, soprattutto sul tanto sbandierato taglio del cuneo fiscale che nel 2020, disattende in buona parte le aspettative di partenza.
Nel passato, abbiamo già assistito, pur con la rispettabile volontà di resistere, al “fenomeno” di perdere di vista la sintonia con una parte rilevante della gente di questo Paese.
Ripetere il medesimo drammatico errore, sarebbe imperdonabile.
La svolta, dopo averla tanto annunciata, deve essere vera e la gente, al netto dei nostri convincimenti, sa distinguere se si rivela Vera o No!!!
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