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Potenziare il servizio sanitario

Scritto da Piera Landoni.

Piera LandoniProposte condivise dal Dipartimento Salute e Welfare PD Milano Metropolitana, redatte da Piera Landoni.

Siamo medici, ricercatori, operatori sanitari, sociali, amministratori, rappresentanti di forme organizzate del volontariato sociosanitario accomunati da un unico obiettivo: la tutela della salute di tutti i cittadini e che hanno a cuore l’efficacia e l’efficienza, in ogni condizione ed evento, del nostro Sistema Sanitario.
In Veneto viene ricoverato il 26% dei casi infetti, in Emilia-Romagna il 47% e in Lombardia il 75%, ma i decessi sono meno del 3% in Veneto mentre in Regione Lombardia si attestano intorno al 9%. Per contro l’assistenza domiciliare raggiunge appena il 14,5% in Lombardia contro il Veneto al 65% e l’Emilia Romagna al 46%.
Questo dato insieme ad altre valutazioni fa emergere le criticità legate allo smantellamento in Lombardia della medicina territoriale per puntare esclusivamente sull’ospedalizzazione del malato ieri e oggi dei pazienti positivi al test.
1. Bisogna tornare a dare spazio all’intervento della sanità territoriale, oggi rappresentata da scarso personale sanitario dei DIPARTIMENTI DI PREVENZIONE E DAGLI MMG che vanno supportati con risorse economiche, informatiche e umane e tutelati nella loro sicurezza.
2. Grande sostegno va dato alle CURE DOMICILIARI TENENDO SOTTO STRETTA SORVEGLIANZA I PAZIENTI con tutti i mezzi, compresa la telemedicina, soprattutto i pazienti anziani e quelli particolarmente fragili per essere pronti al trasferimento in caso di peggioramento delle condizioni (follow up) alle strutture sanitarie e potenziare le informazioni in merito ai casi sospetti; è necessario facilitare la nascita di centri servizi in cui operatori addestrati informare e monitorare la popolazione a rischio, pazienti dimessi oppure con sintomatologia sospetta anche attraverso l’utilizzo di app.
3. Fornire agli MMG, oltre ai supporti generici, le risorse e le mascherine chirurgiche, servono anche tutti i DPI specifici (occhiali, maschere pp2 epp3 camici, calzari visiere…)
4. La soluzione di mandare nelle CASE DI RIPOSO (RSA) non solo i sintomatici positivi, ma anche quelli che vengono dimessi clinicamente guariti, ma ancora infetti (al fine di interrompere la catena del contagio) è molto pericolosa, sia perché produce contagio in comunità estremamente fragili e a rischio, sia perché rappresentano fonte possibile di focolaio
5. diventa improcrastinabile valutare L’OPPORTUNITÀ DI REQUISIRE/AFFITTARE GLI ALBERGHI VUOTI con camere e bagno, sia per evitare il ricovero in RSA, sia perché non tutte le persone dispongono di abitazioni con bagno e stanza da letto dedicata. 6. Si chiede quindi di documentare in via brevissima e diretta quanti sono i posti reali disponibili di Terapia intensiva per consentire una valutazione di quanti posti in TI servano e, di conseguenza predisporre OSPEDALI PROVVISORI DI EMERGENZA in stretta connessione con i nodi della rete ospedaliera lombarda, per concentrare i pazienti con Covid-19 (in particolare con necessità di terapia intensiva e sub intensiva) per prevenire la disseminazione di questi pazienti in tutti gli ospedali lombardi con ulteriori rischi di contagio
7. Provvedere da subito alla CARENZA DI DISPOSITIVI SANITARI DI SICUREZZA (DPI) per gli MMG, le persone di supporto, gli operatori ospedalieri, ed extraospedalieri (MMG, Infermieri, personale ausiliario…), il personale delle RSA ed i pazienti delle stesse. Ne va garantita l’adeguata fornitura agli operatori esposti procedendo anche a requisire dotazioni che vengono distribuite alla popolazione senza alcuna motivazione sulla base delle condivise indicazioni sia dell’OMS che di ISS. 8. OSPEDALI DEDICATI, DA CAMPO O ALTRI (BERGAMO, BRESCIA, MILANO)
E’ opportuno ripercorrere le iniziative messe in atto nelle zone più a rischio (ex zona rossa di Codogno) al fine di identificare eventuali specificità e/o errori nel sistema e intervenire immediatamente per mitigare gli effetti dell’epidemia in atto e attivare urgentemente personale, posti letto intensivi ed attività di monitoraggio dei contatti sani e malati nelle provincie di Bergamo e Brescia, oltre che a Milano potenziale (e non auspicabile) prossima vittima del CODVID-19.
Per quanto riguarda l’ospedale da campo a Bergamo pensiamo che, indipendentemente, dai progetti su Milano e senza impegnarsi a deridere i sindaci, deve essere subito installato con richiesta immediata di personale da altri presidi, richiamato, personale militare o medici stranieri Regione deve fare subito richiesta scritta a Ministeri Difesa, Esercito, Protezione Civile e Farnesina) perché lì c’è la massima urgenza! Si sottolinea la positiva logistica della Fiera di Bergamo contigua all’aeroporto di Orio al Serio, all’autostrada e dotata di un grande parcheggio che consente l’atterraggio di elicotteri.
9. TEST/TAMPONI. Per prevenire le infezioni e salvare vite umane occorre (come prevede il VADEMECUM DELL’OMS e come ribadito tre giorni fa da Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale Dell'organizzazione Mondiale Della Sanità) EFFETTUARE I TAMPONI DI CONTROLLO SU TUTTI I SOSPETTI POSITIVI, ANCHE A DOMICILIO. Poi (se positivi) vanno isolati a domicilio (se possibile altrimenti in luoghi che lo consentono) e occorre seguire la catena facendo i tamponi a tutti i contatti delle persone contagiate. Questi poi devono essere costantemente controllati al domicilio tramite anche con il contact tracing (anche se negativi nell’immediato perché possono sviluppare la positività successivamente). Va da sé che i tamponi devono essere effettuati su tutte le situazioni a rischio, tutto il personale sanitario e non delle strutture ospedaliere, gli MMG, il personale e i pazienti delle RSA
10. dotarci subito di un PIANO REGIONALE DI EMERGENZA DEL SOCIALE E DELLE RETI TERRITORIALI, includendo i presidi sociosanitari per finanziare (con il pieno coinvolgimento dei Comuni e del Terzo Settore) le attività dell’assistenza e dei servizi domiciliari alle persone anziane e fragili, garantendo la consegna di generi di prima necessità e di farmaci.
11. Individuare modalità di sostegno delle FAMIGLIE DEI DISABILI che hanno i figli a casa da scuola attraverso l’attivazione di quegli educatori che sono stati tenuti fuori servizio per chiusura attività delle offerte sociali sospese. Anche su questo sono necessarie specifiche indicazioni regionali in materia di accreditamenti e libertà nell’erogare i servizi; indicazioni purtroppo che mancano del tutto.

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