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Non esiste un interesse pubblico che possa giustificare la vicenda Open Arms

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in Senato in dichiarazione di voto sul caso Open Arms (video).

la senatrice Anna Rossomando, nel suo intervento, ha già spiegato ampiamente le ragioni di merito per cui voteremo contro la relazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari e ha già spiegato che il nostro compito, oggi, non è decidere se condannare o meno Matteo Salvini per sequestro di persona plurimo o per il rifiuto di atti di ufficio. Quello è un compito che spetta ai giudici.
Noi dobbiamo decidere se, nella vicenda della Open Arms, il Ministro dell'interno di allora ha compiuto atti giustificati dal preminente interesse pubblico o no.
Per noi la risposta è no, perché non è credibile l'argomento usato, anche nella relazione del Presidente Gasparri, sulla presenza di terroristi a bordo della nave Open Arms.
Se fosse stato così, perché dopo un anno nulla è successo e non ci sono stati nessun arresto e nessuna indagine che abbia portato a nulla. Perché? Dove si evidenziava questo pericolo?
Ammesso che ciò potesse giustificare la scelta di lasciare in mare 160 persone per diciannove giorni, non è per noi neanche dimostrato che ci fosse la necessità di fare pressione sull'Europa per la ripartizione di quelle persone.
Anzi, è dimostrato che la disponibilità ad accoglierle, da parte di diversi Paesi europei, era già stata ottenuta dal Presidente del Consiglio.
Secondo noi non è dimostrato l'interesse pubblico, ma anche se lo fosse, voglio dire con grande chiarezza che non pensiamo che l'interesse pubblico possa giustificare le violazioni dei diritti umani e delle libertà individuali e le sofferenze di quelle persone, lasciate per diciannove giorni su una nave, che li ha salvati dal naufragio ma che non era in grado di offrire le condizioni minime accettabili per garantire la salute e la vita stessa di quegli uomini.
Noi pensiamo che non ci sia possibilità di giustificazione per quello che è successo.
Non esiste un interesse pubblico che possa giustificare quelle violazioni e la scelta di non prendersi cura di persone in difficoltà.
Questo non c'entra niente con il controllo dei confini, con il controllo dell'immigrazione, con la necessità di sollecitare un impegno maggiore dell'Europa: non c'entra nulla!
C'entra forse con la propaganda, con il bisogno di mostrare come vera la tesi della chiusura dei porti, di nascondere l'inutilità di politiche che mostravano di accanirsi sui migranti e non sugli scafisti.
Ricordate? “Il fine giustifica i mezzi. Se mostriamo la faccia cattiva del Paese, nessuno partirà più”.
Inutilità che si voleva nascondere dimostrando durezza e intransigenza nei confronti di uomini e donne, salvati dal mare, a cui sono stati riservati trattamenti disumani.
Nascondere il fallimento di quelle politiche: questa era la finalità di quell'atto.
Il senatore Salvini, oggi che gli fa comodo, scopre ciò che esattamente un anno fa in quest'Aula gli era stato detto, mentre scuoteva la testa negando, cioè che mentre lui teneva in ostaggio 160 persone al largo di Lampedusa, negli stessi momenti, centinaia di persone, ogni giorno, arrivavano lì e sulle nostre coste dalla Tunisia, semplicemente perché la Tunisia prima era vicino all'Italia, a Lampedusa, e adesso è vicino all'Italia, a Lampedusa.
Salvini qui negò, scosse la testa quando gli parlammo degli sbarchi fantasma.
Oggi li scopre e oggi sta succedendo quello che è successo un anno fa, con la differenza che il Ministro Lamorgese per fermare questi flussi è andata in Tunisia e ha aumentato la presenza delle Forze dell'ordine in Sicilia, mentre un anno fa si negava l'esistenza del problema e si affermava che bastasse tenere Open Arms in mare per diciannove giorni per dimostrare di saper contrastare l'immigrazione.
Altro che interesse pubblico: il rischio vero è quello di fare propaganda sulla pelle delle persone salvate.
Non spetta noi dire o decidere se il senatore Salvini è colpevole o innocente.
A noi spetta il compito di consentire alla magistratura di decidere perché nessuno è al di sopra della legge e uno Stato democratico e garantista non può non valutare fino in fondo se l'equilibrio tra interesse pubblico e diritti individuali è stato oltrepassato o meno.
Se il senatore Salvini è convinto delle sue ragioni, come dice, penso che come l'ultima volta dovrebbe rimettersi al giudizio di un tribunale.
Lo dico chiaramente, perché non deve esservi vittimismo; noi non ci auguriamo che il senatore Salvini venga condannato.
Noi non siamo quelli del “buttare via le chiavi”, non siamo quelli delle manette facili, non siamo quelli del mettere la gente in carcere per qualsiasi cosa.
Noi ci auguriamo che Salvini venga assolto, ma continueremo a combattere la sua idea di Paese, la sua politica forte con i deboli, che vuole agitare i problemi anziché risolverli.
Non c'è alcuna via giudiziaria che vogliamo seguire. Noi non siamo come Salvini, non facciamo giustizia sommaria. Non usiamo le inchieste come fa Salvini ogni volta che può.
Ci siamo dimenticati di Bibbiano?
Ci siamo dimenticati dell'Umbria?
Ci siamo dimenticati di come viene strumentalizzata ogni notizia di reato che riguarda una parte diversa dalla propria?
Noi chiediamo solo che si faccia chiarezza e si possano esprimere i giudici per rispetto della magistratura.
Non si è credibili altrimenti. È vero, improvvisamente la Lega, quella del cappio e delle manette, in questi anni si è convertita al garantismo, ma lo ha fatto a seconda delle situazioni: solo quando conviene. Si erge censore di fronte ad ogni notizia di reato o sospetto che riguarda gli altri e poi non sente mai il bisogno di chiarire vicende che chi vuole governare la cosa pubblica dovrebbe chiarire.
Si chiamino i 49 milioni (dove sono?), si parli dei fondi dalla Russia, si parli dei camici, si parli dei paradisi fiscali.
Non se la può cavare; nessuno se la può cavare con la teoria del complotto.
Bisogna rispettare i cittadini.
Le gravissime cose che emergono dalle intercettazioni di Palamara vanno certamente perseguite.
Servono delle riforme e le stiamo facendo; ma nessuno può usarle per delegittimare la magistratura o, meglio, per difendere se stesso.
I magistrati che fanno le indagini che non piacciono, sono sempre loro quelli che vengono messi in croce.
E Salvini non può neanche usarle per non rispondere mai a ciò che riguarda lui o il suo partito.
Io credo che Salvini debba davvero qualcosa agli italiani. Salvini non dovrebbe offendere, come ha fatto ancora oggi. Salvini ha offeso dei senatori della Repubblica in quest'Aula, trattandoli con disprezzo e con dispregio. Invece di raccontare di tutto, meno che delle cose di cui deve rispondere, Salvini farebbe meglio oggi a dare risposte agli italiani sulle questioni che lo riguardano (anche su questa questione) e a dare spiegazioni che capiscano anche i bambini di sei anni, a cui spesso si rivolge.
Stia tranquilla anche la senatrice Stefani: non abbiamo scelto nessuna via giudiziaria.
Noi vogliamo battervi politicamente, dimostrando che anche i grandi problemi come quello dell'immigrazione possono essere governati senza mai perdere di vista i diritti e le libertà delle persone ma semplicemente continuando a essere umani.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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