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Torniamo a essere gli Stati Uniti d'America

Scritto da Joe Biden.

Joe Biden Joe Biden e Kamala Harris celebrano il loro trionfo nella notte di Wilmington, tra fuochi d’artificio e pattuglie di droni governati da computer che disegnano nel cielo l’America la sua bandiera e i nomi dei futuri inquilini della Casa Bianca.
È una grande festa popolare drive-in con la gente fuori dalle auto, soprattutto americanissimi fuoristrada, in piedi sui cofani o appollaiata sui tetti, che da ore sta festeggiando. Tante mascherine ma di dubbia utilità, dato che ci sono anche tante bottiglie di champagne che passano di bocca in bocca.
Un’esplosione di gioia dopo una settimana sulle montagne russe: dalla vittoria democratica a valanga annunciata dai sondaggisti al timore di una sconfitta totale fino al lento recupero e alla conquista dei 270 fatidici Grandi elettori, mentre un Trump furibondo denuncia frodi delle quali, per ora, mancano indizi concreti. Joe arriva sul podio di corsa e pronuncia, con insolito vigore, un discorso che sulla Fox, la rete vicina al presidente, Karl Rove, lo stratega delle vittorie elettorali di George Bush, definisce «semplicemente perfetto: quello che l’America voleva sentire, un momento di potenziale riunificazione del Paese».
Un discorso breve ma netto, per il quale sceglie un linguaggio popolare. Se quattro anni Trump aveva scelto toni duri, un linguaggio minaccioso e aveva eccitato le paure degli americani, Biden punta sulla riunificazione, il superamento, pur nella diversità, delle contrapposizioni più devastanti: si pone come il leader capace di curare le ferite del Paese. La chiama la battaglia per l’anima dell’America: chiudere una stagione di contrapposizioni devastanti: «L’oppositore non deve essere un nemico, siamo tutti americani».
Nessuna accusa a Trump che non cita mai direttamente salvo un accenno alla delusione dello sconfitto: «Lo capisco, è successo anche a me un paio di volte» (in passato Biden ha fallito due volte nella corsa alla Casa Bianca, ndr). Biden si definisce un ponte verso il futuro (un riferimento alla sua età avanzata e un omaggio a Kamala Harris, la prima donna - e una donna di colore - ad entrare nell’ufficio di presidenza degli Stati Uniti) e l’erede di gloriose tradizioni politiche che vanno da Abramo Lincoln a John Kennedy all’Obama di Yes we can. Speranza e una fiducia che Biden vuole non solo ribadire ma anche diffondere tra la gente, secondo l’insegnamento di sua nonna. È il richiamo alle sue origini popolari, nato e cresciuto nella Scranton operaia.
Il residente eletto promette di risollevare il ceto medio, ma intanto la priorità è combattere l’epidemia di coronavirus che continua a dilagare e a uccidere in America: “Per tornare a crescere dobbiamo assolutamente metterla sotto controllo”. Annuncia la costituzione di una task force di esperti per preparare una nuova strategia anti Covid, rende omaggio alle 230 mila famiglie che hanno perso loro cari nell’epidemia e dedica loro un inno religioso, Sulle Ali delle Aquile che era particolarmente caro al figlio Beau: l’amatissimo primogenito che avrebbe dovuto essere il suo erede politico e che, invece, è stato ucciso cinque anni fa da un cancro al cervello. Il ricordo di Beau torna alla fine quando l’insolitamente calda notte di Wilmington viene illuminata da fuochi d’artificio mente gli altoparlanti sparano The Best di Tina Turner e poi Sky Full of Stars, un cielo pieno di stelle, dei Coldplay, la band preferita dal figlio scomparso. È una grande festa, ma Biden già guarda avanti. Sa che deve correre e che non avrà vita facile, stretto com’è su tre fronti: un presidente che seminerà di trappole i due mesi e mezzo dell’interregno e poi gli farà la guerra dall’opposizione; un Senato rimasto in mani repubblicane il cui leader, Mitch McConnell, un vecchio notabile politico del Sud, condizionerà Biden tanto nella formazione del governo quanto nei suoi programmi che, tradotti in leggi dovranno essere approvati dalle Camere; la sinistra radicale il cui peso nel partito è molto cresciuto negli ultimi anni e il cui appoggio - consistente, anche se non straordinario - ha consentito a Biden di spuntarla negli Stati industriali persi nel 2016 da Hillary Clinton.
Per questo lui insiste sulla necessità di una riconciliazione nazionale dopo decenni di spaccature radicali nel Paese e chiede di abbassare i toni della discussione pubblica: un ritorno alla ragionevolezza, sia pure su posizioni contrapposte. Anche Obama voleva essere un riunificatore e invece la sua America fu più spaccata che mai. Biden sa che, con un Trump scatenato, rischia di fare una fine anche peggiore, ma non è detto: Trump ha cambiato l’America e ha un seguito enorme, ma ha anche lui le sue fragilità e in questi quattro anni si è fatto un’infinità di nemici nel mondo conservatore che ora cercheranno vendetta. Biden, esperto navigatore della politica di Washington, spera anche per questo di trovare un terreno d’intesa con la vecchia guardia repubblicana che, con l’eclisse di The Donald, potrebbe riprendere fiato. I rapporti con McConnell sono difficili fin dai tempi del varo della riforma sanitaria di Obama, ma i due sono vecchi politici pragmatici: potrebbero trovare terreni d’intesa. Del resto, quando era presidente della Commissione Esteri del Senato, Biden riuscì ad andare d’accordo anche con Jesse Helms, il «superfalco» repubblicano.
Biden governerà ricorrendo massicciamente agli ordini esecutivi presidenziali come ha fatto Trump (lui ne varò 24 nei primi 100 giorni, Joe ne sta preparando anche di più), revocherà molte misure del suo predecessore (come quelle più dure contro gli immigrati), riporterà gli Usa negli accordi Parigi sul clima e nell’Organizzazione mondiale per la Sanità, tenderà una mano all’Iran per provare a riattivare l’accordo nucleare, rinsalderà di nuovo i rapporti con gli alleati europei: tutte cose che non richiedono di passare dal Congresso. Con McConnell negozierà un pacchetto di misure a sostegno dell’economia e dei lavoratori colpiti dalla pandemia. I repubblicani probabilmente metteranno veti su nomi di personaggi molto caratterizzati a sinistra della lista di ministri che Biden ha in mente. Ma non detto che per il leader democratico, che è sempre stato un centrista, questosia un fatto totalmente negativo: giustificherà, davanti alla sinistra del suo partito, l’adozione di una linea più moderata e anche l’impossibilità di ottenere la ratifica della nomina di campioni liberal: al Tesoro, ad esempio, invece di Elizabeth Warren, potrebbe arrivare l’economista Lael Brainard. Ma, prima di tutto, Biden dichiarerà guerra al coronavirus che devasta l’America ma che con la fine dell’inverno e l’arrivo dei vaccini potrebbe arretrare proprio quando Biden entrerà in carica.

Fonte: Corriere della Sera  

Joe Biden "Buonasera miei cari concittadini americani. I cittadini di questo Paese hanno parlato. Ci hanno dato una vittoria chiara, una vittoria che convince, una vittoria per il popolo. Voglio essere un presidente che non divide, ma unisce, domani sarà un giorno migliore". Sono queste le prime parole di Joe Biden il presidente eletto degli Stati Uniti d'America in queste elezioni Usa 2020. Nel parcheggio del Chase Center, a Wilmington (la sua città), va in scena il rally drive-in (lo stesso dei comizi elettorali) della vittoria del candidato democratico. Biden, presentato dalla vice Kamala Harris, parla alla platea della città del Delaware, dove tutti i partecipanti indossano mascherine per contrastare la diffusione del Covid.
"Basta trattare gli avversari come nemici". E' uno dei punti fermi della parte iniziale del discorso di Biden. Il presidente democratico, dopo averlo già evidenziato nei giorni in cui la sfida con Donald Trump era in bilico, lo ribadisce con forza anche dal palco di Wilmington. "C'è stata una straordinaria affluenza e ora tutto il Paese, tutto il mondo ci guarda. Io come presidente vorrò unire. Non vedo stati blu, stati rossi, vedo solo un Paese, l'America, e io sarò il presidente di tutti. Il mio scopo sarà ricostruire la spina dorsale del Paese, la classe media americana. Milioni di americani hanno votato per il mio programma e ora è il momento di realizzarlo".
Né Biden né Harris citano espressamente Donald Trump, ma il messaggio di rottura con il passato è chiaro e c'è un invito ai sostenitori di The Donald: "Lasciamoci alla spalle questa cupa era di demonizzazione in America, che finisca ora e qui - ha dichiarato Biden -. Se possiamo decidere di non cooperare possiamo anche decidere di cooperare e penso questo sia il mandato del popolo americano, chi ha chiesto di cooperare. So che siete delusi ma datemi un'opportunità. Raffreddiamo la temperatura, cerchiamo di trattare gli avversari come tali e non come nemici, non sono nemici, sono americani. E ancora: "Capisco il vostro disappunto, anche io qualche volta ho perso, ma ora diamoci una chance". E' ora di mettere da parte la dura retorica, di abbassare la temperatura, di tornare a guardarci, di ascoltarci - esorta Biden - la Bibbia ci dice che c'è una stagione per tutto, un tempo per costruire, un tempo per raccogliere, un tempo per seminare e un tempo per curare. Questo è il tempo di sanare l'America".

Fonte: Il Giorno  

«Torniamo a essere gli Stati Uniti d'America. Mi impegno a essere un presidente che porta unità e non divisione. Non ci sono stati blu o stati rossi. Non ci sono nemici ma avversari. Io sarò il presidente di tutti». Joe Biden ha tenuto il suo primo discorso alla nazione da presidente eletto dal palco illuminato di blu con lo sfondo delle bandiere a stelle a strisce del Chase Center di Wilmington, la sua città in Delaware, davanti al fiume, a una folla di sostenitori in un drive in e a milioni di persone in tutta l'America in festa per la vittoria dei democratici e la sconfitta di Donald Trump.
Biden si è rivolto ai milioni di americani che non hanno votato per lui più che vantarsi per la sua vittoria. «Comprendo la vostra delusione, ho perso anche io un paio di volte - ha detto, riferendosi alla conclusione della sua terza corsa alla presidenza americana, questa volta vittoriosa. «Ora diamoci una possibilità a vicenda. E' tempo di mettere parte le divisioni, la dura retorica di abbassare la temperatura», ha detto il presidente eletto. Ieri i sostenitori di Trump, che non ha accettato la sconfitta e ha detto che continuerà la battaglia legale sul voto, sono scesi in strada in molte città americane e hanno manifestato armati davanti alle sedi dei governi statali. In questa America divisa e lacerata in due Americhe come mai prima c’è chi festeggia come se fosse la festa della liberazione e chi abbraccia le armi. «Lasciamo che questa cupa era di demonizzazione in America cominci a finire, qui ed ora», ha concluso. «Ora è il tempo di riconciliarsi e di guarire le ferite del Paese, dal razzismo sistemico alla pandemia».

Fonte: Il Sole 24 Ore  

Joe Biden è il nuovo presidente degli Stati Uniti. E nel suo primo discorso, pronunciato sul palco eretto davanti al Chase Center, il centro congressi alla periferia di Wilmington, nel "suo" Delaware, parla di unità e di speranza: "Il popolo di questa Nazione ha parlato, ci ha consegnato una vittoria chiara, una vittoria convincente. Abbiamo vinto con il maggior numero di voti mai espressi nella storia del Paese... settantaquattro milioni. Quello che devo ammettere, e che mi ha sorpreso, è che stasera stiamo vedendo in tutta la Nazione, in tutte le città e tutte le parti del Paese, anzi in tutto il mondo, uno sfogo di gioia, di speranza, una rinnovata fede nel domani, che sarà un giorno migliore. E sono onorato dalla fiducia e che avete riposto in me. Mi impegno ad essere un presidente che non cerca di dividere ma unificare, che non vede gli stati rossi e gli stati blu, ma solo gli Stati Uniti. Voglio restaurare l'anima dell'America, per ricostruire la spina dorsale di questa nazione, la classe media, e per rendere di nuovo l'America rispettata in tutto il mondo".

Video del discorso di Joe Biden
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