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Comincia il semestre di presidenza tedesca dell'UE

Scritto da Patrizia Toia.

Patrizia ToiaIntervento di Patrizia Toia.

Comincia il semestre di presidenza tedesca dell'UE, che la Cancelliera Angela Merkel é chiamata a guidare attraverso la "crisi più grave" della sua storia, una sfida senza precedenti oltre la quale dovrà partire una NUOVA EUROPA: unita, solidale, innovativa. E, soprattutto, PIU' EGUALE.
Angel Merkel dovrà innanzitutto portare a conclusione il Recovery Fund, o meglio Next generation EU, e il nuovo e ambizioso bilancio pluriennale 2021-2027, nel quale il Recovery Fund troverà la sua base, facendo partire lo strumento comune di emissione di titoli europei.
Naturalmente questo obiettivo implica una capacità di negoziazione e convincimento con i cosiddetti Frugali e i paesi che ancora tentennano sull'esigenza di un intervento comune. Angela Merkel è convinta che solo rafforzando l'unità europea, da un lato, si "salva l'Europa", e, dall'altro, si potrà affrontare, con una posizione indipendente e autonoma, la sfida, che i due grandi player mondiali, Usa e Cina, si sono lanciati, aumentando l'instabilità politica e le tensioni politiche ed economiche nel Mondo.
Sempre nel semestre vi sarà la conclusione dei negoziati sulla Brexit tra Unione europea e Regno Unito. Londra e Bruxelles hanno un calendario molto serrato per raggiungere un accordo prima della fine del periodo di transizione, il 31 dicembre. La situazione oggi è pericolosamente ferma, anche se la Gran Bretagna ha fissato a settembre la scadenza per presentare un nuovo accordo commerciale con l’Ue.
Non meno ambiziosi sono gli altri obiettivi del programma: sovranità digitale e tecnologica europea, lotta contro il cambiamento climatico per una riconversione sostenibile del continente, rafforzamento della dimensione e della protezione sociale per uno strumento di disoccupazione unico. Andrà ripreso anche tutto il dossier relativo alla riforma del sistema comune europeo di asilo (Ceas) e all'immigrazione portando a conclusione la riforma del Trattato di Dublino, colpevolmente ferma ancora sui tavoli del Consiglio, e con una riassegnazione automatica dei migranti in tutta l'Europa.
Più incerta, nelle intenzioni della presidenza, sembra essere il destino della Conferenza sul futuro dell'Europa per la quale alcuni paesi (tra cui la Francia) vorrebbero affrontare il tema della riforma dei Trattati, mentre altri si vorrebbero muovere con più cautela. Ma da questa presidenza dovrebbero uscire novità anche su questo aspetto a partire dal superamento del principio dell'unanimità per molte materie nel Consiglio.
C'è una grande aspettativa per questi cruciali mesi, perché l'Europa ha bisogno di completare con coerenti e concreti risultati il grande slancio di questi tempi e perché sullo sfondo permane sempre minaccioso il populismo che vorrebbe, anche sfruttando le difficoltà e gli effetti della pandemia, "dare una spallata" all'impianto liberale delle democrazie europee.
L'Europa ha bisogno come non mai di leadership e oggi la Merkel, ma non lei sola, può incarnare questo compito. Senza dimenticare i limiti della sua politica economica negli anni in cui l'Europa ha imposto l'austerità, oggi dobbiamo riconoscere che lei è stata tra i primi a cogliere la minaccia esistenziale per l'Europa e l'importanza dell'approccio comune europeo.
"L'Europa ha bisogno di noi, tanto quanto noi abbiamo bisogno dell'Europa".

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