Recuperare 3000 siti minerari dismessi

Intervista dell’Agenzia Dire.
Una proposta di legge "che raccoglie una proposta già presentata nella scorsa legislatura e che vuole dare slancio ad un progetto di tutela, recupero e valorizzazione dei siti minerari dismessi". L'onorevole Pd Claudia Braga spiega alla DIRE il disegno di legge presentato alla Camera, relativo a circa tremila siti dismessi presenti sul territorio nazionale: 765 in Sicilia, 427 in Sardegna, 416 in Toscana, 375 in Piemonte e 294 in Lombardia. "L'idea- sottolinea Braga- à creare una normativa quadro che dia alle regioni che hanno il compito della programmazione rispetto alla valorizzazione di questi siti un quadro di riferimento unitario in grado di migliorare sia la tutela che la valorizzazione dal punto di vista paesaggistico, ambientale e di fruibilita' turistica in piena sicurezza di questi siti, che sono un patrimonio importante della nostra eredità industriale".
Non dividiamoci sui poveri

La Conferenza episcopale italiana lancia un appello ai “liberi e forti” di oggi a lavorare “insieme per l’unità del Paese”, a fare “rete”, a condividere “esperienza e innovazione”. Tenendo sempre presente che “governare il Paese significa servirlo e curarlo come se lo si dovesse riconsegnare in ogni momento”. La Chiesa da parte sua assicura che farà la sua parte “con pazienza e coraggio, senza cercare interessi di bottega”, per meritare “fino in fondo la considerazione e la stima del nostro popolo”. Il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha così concluso il suo discorso introduttivo ai lavori della sessione invernale del Consiglio permanente che si sono aperti oggi pomeriggio a Roma.
Referendum: non superare il potere del Parlamento

Lo afferma Emanuele Fiano in discussione generale sulla pdl di modifica della Costituzione sul referendum.
Alle Europee una lista progressista

Ottimismo della volontà più che della ragione?
«C’è molto lavoro da fare. Ma cominciano a delinearsi due visioni politiche molto nette e destinate a confrontarsi alle prossime elezioni Europee. Dalla nostra parte c’è la prospettiva di una Lista unitaria, di democratici, progressisti e europeisti, della quale Pd sia il pilastro. Dall’altra i nazionalisti, con Salvini, alleato di Orban e del polacco Kaczynski. Con i Cinque stelle destinati a restare marginali. Potenzialmente partiamo ad armi pari, pronti a competere con la Lega per la lista che avrà più voti. Potrebbe cambiare lo scenario politico italiano. Un flop del governo “naz-pop” alla prima uscita elettorale sarebbe una “notiziona” anche per l’Europa».