L'azione del governo
Sicuramente il Partito Democratico non si deve schiacciare sul governo ma, in realtà, credo che avremmo bisogno di un PD che rivendichi e valorizzi con maggiore forza ciò che questo governo sta facendo.
Non so se stiamo cambiando l’Italia, sicuramente, però, in questi mesi di governo Renzi, abbiamo già cambiato molte cose. Ad esempio abbiamo fatto un’importante riforma della cooperazione internazionale.
Abbiamo fatto una riforma importante che riguarda il tema della casa in cui finalmente è stato esplicitato in modo chiaro il fatto che siamo per incentivare l’affitto. Inoltre, sono stati rifinanziati i fondi per il sostegno affitti e per la morosità incolpevole (questioni, queste che interessano molto gli abitanti dei quartieri popolari) e viene stanziato quasi un miliardo per affrontare l’emergenza abitativa.
Abbiamo fatto molte norme che riguardano la giustizia, tra cui la modifica dell’articolo 416ter del codice penale per punire il voto di scambio, che era un impegno che avevamo preso e che abbiamo rispettato.
Poi ci sono la riforma iniziata sulla pubblica amministrazione e quelle sul lavoro.
Abbiamo bisogno, quindi, di far sentire un po’ di più la nostra voce dal momento in cui ci viene detto continuamente che il governo Renzi è solo una serie di slide e di spot e nient’altro. In questi mesi, in realtà, ad ognuna di queste slide e spot sono corrisposti provvedimenti economici e legislativi che si sono affrontati con una rapidità straordinaria e, a mio avviso, tutto questo va valorizzato, pur sapendo che non tutto è lineare, che non tutto sarà semplice e che avremo di fronte un autunno in cui probabilmente le questioni economiche e le questioni del lavoro ci dovranno impegnare molto perché siamo di fronte ancora ad un’emergenza sociale.
Dobbiamo, quindi, metterci tutto l’impegno per affrontare le questioni sociali e le questioni economiche ma dall’altra parte dobbiamo anche rivendicare l’azione che questo governo sta facendo sul fronte delle riforme istituzionali.
La riforma della Costituzione che abbiamo approvato l’8 agosto al Senato insieme ad altre riforme come quella delle province e della realizzazione della città metropolitana, sono importanti al di là del merito.
Entrando nel merito abbiamo approvato una riforma costituzionale che dice che sarà solo una Camera a dare la fiducia al governo mentre l’altra Camera sarà in rappresentanza dei territori esattamente come succede in quasi tuta Europa. Abbiamo stabilito che non ci saranno più di 100 senatori che saranno i rappresentanti delle Regioni e, quindi, ci sarà un abbattimento dei costi così come l’abbiamo fatto con la riforma del finanziamento pubblico ai partiti. Abbiamo stabilito che introdurremo in Costituzione il referendum propositivo e che il referendum abrogativo - se sarà supportato da 800 mila firme - potrà avere il quorum abbassato alla metà dei votanti delle consultazioni politiche precedenti, quindi, verrà eliminato uno dei problemi che avevano depotenziato i referendum. Entrambe queste ultime questioni sono passate sotto silenzio ma sono importanti.
La questione delle riforme istituzionali, quindi, non è una questione secondaria rispetto al tema del lavoro e agli altri temi perché siamo entrati in questa legislatura e abbiamo iniziato questo governo con un impegno: restituire credibilità alla politica e restituire credibilità alle istituzioni.
Facendo queste riforme dimostriamo che la politica è capace di riformare prima di tutto se stessa e diamo un messaggio all’opinione pubblica e ai cittadini. Oggi, infatti, questo Paese può essere riformato solo se si mettono in discussione i privilegi, lo status quo e i troppi poteri consolidati che rendono difficile cambiare l’Italia.
Se la politica – come stiamo facendo – dà il segno che per prima è capace di rimettere in discussione se stessa, probabilmente sarà più facile mettere in discussione tutto ciò che oggi impedisce che si possano fare le riforme.
Per questo le riforme istituzionali sono importanti.
Per questo la riforma del Senato, al di là del merito, ha una grande importanza.
E per questo credo che dobbiamo rilanciare l’idea che siamo al governo per cambiare la politica, per ridare credibilità alla politica e alle istituzioni, perché questo è l’unico modo per cambiare l’Italia.
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