Per la sanità lombarda serve riforma radicale

Tra pubblico e privato "va riequilibrato il rapporto e va introdotto un sistema di rimborsi al privato che non si basi solo sulla fatturazione della singola prestazione, ma che tenga conto del risultato dell'intero percorso di cura. Sarà una rivoluzione". Terzo punto "il ritorno ai Distretti, punto di riferimento per una dimensione di assistiti più limitata". Al quarto punto ci sono "i medici di base, che non riescono a fare bene il loro mestiere. La loro figura in Lombardia è stata sempre più marginalizzata. Bisogna investire di più su di loro, sia riducendo il numero medio dei pazienti, sia nella formazione. E poi bisogna tornare a investire sui Consultori". I sindaci sulla sanità "nella sostanza non hanno quasi nessuna leva per poter agire. Invece, immaginiamo la costituzione di un "Consiglio di Indirizzo" a livello lombardo, nel quale vengano coinvolti i sindaci delle città capoluogo, che abbia la responsabilità della definizione delle politiche di sanità territoriale".
Intervista di Repubblica»
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