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Lo studio sulla mobilità universitaria ai tempi del Covid

Written by Il Giorno.

MilanoArticolo del Giorno.

"La mobilità sarà cruciale per la ripartenza e le università possono costituire un ottimo modello, anche perché i giovani sono più propensi a cambiare abitudini". Così la ministra dell’Università Cristina Messa è tornata nella “sua” Bicocca per la presentazione dell’indagine nazionale sulla mobilità casa-università al tempo del Covid-19.
Sotto la lente centomila risposte raccolte in piena pandemia in 55 università per scandagliare gli spostamenti prima e dopo il lockdown e la scelta prevalente del mezzo di fronte a due scenari: il primo più ottimistico, il secondo più pessimistico. In caso di ridotto rischio sanitario, la domanda verso il trasporto pubblico si riduce di quattro punti percentuali, raggiunge un -10% nello scenario più pessimistico.
Aumenta lievemente la cosiddetta mobilità attiva (piedi, bici, monopattino), col personale che si “rifugia“ maggiormente sull’auto rispetto agli studenti. La scelta dell’auto spicca al Nord-Ovest, dov’era più bassa grazie alla rete dei trasporti pubblici e dove il Covid ha colpito di più: passa dal 17 al 26% mentre il trasporto scende dal 68,5% al 55,4%. Il monitoraggio continuerà nei prossimi mesi, mentre dalla Bicocca, con la Rus (Rete delle università per lo sviluppo sostenibile) si stilano le linee guida per una mobilità più accessibile e sostenibile dopo la pandemia.
"A livello milanese - fa il punto il mobility manager della Bicocca Matteo Colleoni - gli studenti sono virtuosi, usano molto più i mezzi pubblici e torneranno ad usarli, tuttavia ci sono segnali di debolezza: anche la nostra popolazione ha visto crescere l’uso dell’auto, e si spiega col dato pandemico, con conseguenze ambientali e socio-economiche negative; è aumentata la mobilità attiva ma ci aspettavano di più". Da tenere presente l’elevata distanza casa-università: c’è chi percorre anche 40-45 chilometri. Si studia la contromossa: da velostazioni e ciclofficine in tutte le università a servizi per incentivare una mobilità intermodale e benefit per chi prende i mezzi o “abbonamenti“ per la mobilità condivisa. Da ciclabili che continuano nei campus a colonnine per la ricarica di mezzi elettrici. Fino a una de-sincronizzazione degli orari per alleggerire i flussi. "Bicocca potrebbe rappresentare un caso di studio – sottolinea la rettrice Giovanna Iannantuoni – tradizionalmente avevamo maggiori difficoltà ed eravamo poco collegati, oggi abbiamo due fermate della metro, tram e miglioriamo la mobilità dolce. Inseriremo anche corsi a tutti i livelli, dalle triennali ai dottorati, per formare sulla mobilità sostenibile. È il grande tema della ripartenza". Tra le proposte, lanciate anche dal ministro della Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini, collegato da remoto, co-studying tra atenei.

Articolo di Repubblica.

Il ritorno in aula per ora procede a piccoli passi. Con gli esami che ricominciano anche dal vivo, gli atenei che riaprono alle tesi in presenza. Ma presto la mobilità degli studenti tornerà a essere cruciale. E "le università possono davvero essere un ottimo modello per un cambio di passo". Cristina Messa torna per la prima volta dal vivo alla Bicocca dopo la nomina di ministro dell'Università e della Ricerca arrivata nel cuore della seconda ondata. Lo fa per il convegno nazionale della Rus, la Rete delle università per lo sviluppo sostenibile che la scorsa estate aveva avviato la seconda indagine nazionale sulla mobilità casa-lavoro nelle università, coinvolgendo 55 atenei italiani, dieci lombardi, per capire le abitudini sugli spostamenti di studenti, professori e personale che lavora negli atenei e le variabili introdotte dal Covid. Una rete che ora traccia le linee guida per una mobilità sostenibile dopo la pandemia. "La riapertura è progressiva - ha detto Messa, affiancata dalla rettrice Giovanna Iannantuoni - ma credo che con il prossimo autunno, se le cose stanno così e procediamo con questo livello di vaccinazioni, potremo veramente riaprire in sicurezza". Ed è lì che gli spostamenti diventeranno una sfida per il futuro.
L'indagine, coordinata da Matteo Colleoni, mobility manager di Bicocca, aveva messo in luce per esempio il calo dell'uso dei mezzi pubblici dopo la fine della prima ondata (per il timore da contagio ma anche per una riduzione delle capacità dei mezzi imposte dal distanziamento). Allo stesso tempo era emersa una disponibilità degli universitari a fare lezione anche di sera pur di viaggiare, in futuro, su mezzi meno congestionati. "Fra gli studenti l'uso dei mezzi ha perso 18 punti percentuali, cedendone 12 ad auto e moto ma sei invece alla mobilità attiva come la bicicletta o il monopattino - ricorda Colleoni - fra i più adulti, ovvero docenti e ricercatori, il calo è stato ancora più sostanzioso: del 41 per cento, cedendo 33 punti ad auto e moto. Otto però alla mobilità attiva". Le prospettive sono diverse rispetto allo scorso anno. "E se tutto va bene ci aspettiamo che nei prossimi mesi ci sia una ripresa del trasporto pubblico - spiega il professore - il punto è non possiamo più permetterci di tornare alla fase pre Covid: è questo il momento di investire per realizzare interventi integrati per la sostenibilità della mobilità accademica".
Nelle linee guida della Rus c'è il coinvolgimento degli atenei nella governance delle politiche per la mobilità sostenibile e l'accessibilità. L'inserimento dei costi dei trasporti per gli studenti tra gli interventi di diritto allo studio. Una maggiore qualità ed efficienza dei mezzi e una rete infrastrutturale più adeguata alle esigenze della mobilità attiva e di sharing mobility. Ma anche una diversa organizzazione oraria delle lezioni per incentivare forme di spostamento in monopattino o bicicletta. "Quando si parla di mobilità si sta incidendo sul tempo delle persone e, di conseguenza, anche sui loro diritti, come quello allo studio", ha detto Messa. Tra gli ospiti, oltre al presidente della Crui Ferruccio Resta, anche il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, collegato da remoto. "Se abbassassimo al massimo la pressione sui mezzi pubblici nelle ore di punta e in generale nei cinque giorni lavorativi, istituendo in modo più o meno omogeneo l'uso dello strumento dello smart working su tutta la settimana lavorativa - ha detto - avremmo fatto un passo straordinario in avanti verso il benessere delle persone. Il tempo dell'andare avanti e indietro per motivi di lavoro e di studio è considerato tempo perso, faticoso. La riscoperta del tempo sarà cruciale nelle scelte, nel momento in cui noi riusciremo ad offrire trasporti migliori, meno affollati e meno intasati".
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