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Dalla Statale nasce il Virtual Hospital

Written by La Stampa.

MilanoArticolo della Stampa.

Non tutto il male viene per nuocere e così il sistema sanitario dopo il Covid cambierà moltissimo. Più assistenza territoriale e telemedicina sono già in programma. A Milano per esempio si attua l'evoluzione di un progetto nato per seguire i pazienti dimessi dagli ospedali dopo la malattia provocata dal Sars-CoV-2. Da questa esperienza nasce il Virtual Hospital per le cure domiciliari: 36 ambulatori specialistici virtuali, 196 specialisti disponibili, il tutto direttamente da casa.
Il progetto nasce all'Università Statale e ora il sistema prevede visite anche in modalità telematica, garantendo sempre il contatto con il medico di base e l'aggiornamento del fascicolo sanitario elettronico del paziente. Per raggiungere tutte le fasce della popolazione gli avvisi arrivano via sms a partire da due associazioni sanitarie territoriali (Fatebenefratelli-Sacco e Valtellina) per poi allargarsi ad altre.
L’idea nasce a partire dalla fase emergenziale di marzo, quando il Centro operativo dimessi seguiva a domicilio con questa piattaforma i pazienti tornati a casa dagli ospedali, garantendo la continuità assistenziale e al contempo alleggerendo il carico di lavoro delle strutture sanitarie. L'iniziativa, guidata da Gian Vincenzo Zuccotti, primario di pediatria dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco, prorettore e preside della Facoltà di Medicina della Statale, ha coinvolto 100 specializzandi che hanno fatto pratica su casi reali e si sono messi al servizio della comunità.
“I medici provenivano da varie scuole di specializzazione, in quella fase non operative, perché molte delle loro unità sono state trasformate in unità Covid - spiega Zuccotti -. L'esperienza maturata sul campo ha consentito ai giovani medici di crescere professionalmente attraverso il dialogo con i pazienti, imparando a selezionare in modo rapido ed efficace i bisogni prioritari come non sempre si riesce ad insegnare nelle aule universitarie o in corsia".
Durante la prima ondata sono stati assistiti attraverso due chiamate quotidiane 1.400 pazienti, riuscendo ad evitare così complicazioni più gravi, ad esempio intercettando casi di embolia polmonare sopraggiunta dopo le dimissioni. Da marzo a oggi sono state gestite 63.359 chiamate, di cui 23.358 nella seconda ondata.
“Ora l'idea - continua Zuccotti - è quella di una piattaforma che riproduca gli ambulatori specialistici per erogare le prestazioni da remoto o, per lo meno, capire chi va visitato in presenza in maniera prioritaria. Il concetto è quello di annullare le prenotazioni per dare la possibilità ai medici di medicina generale di entrare nella piattaforma e inserire il paziente in un ambulatorio virtuale. A quel punto partono due Sms che avvertono sulla presa in carico e sull'appuntamento in telemedicina".
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