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E' successo e s deve sapere

Written by Chiara Braga.

Chiara Braga"Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e i visi amici
considerate se questo è un uomo"
Questi primi versi della poesia di Primo Levi risuonano insistentemente nella mia mente al ritorno da questi due giorni di visita al campo della morte di Auschwitz-Birkenau. Insieme a dei colleghi parlamentari e a una rappresentanza dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane sono tornata ad Auschwitz, dopo il mio primo viaggio di alcuni anni fa con il Treno della Memoria.
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Riflessione sul 4 novembre

Written by Patrizia Toia.

Patrizia ToiaSe oggi vogliamo essere dei veri patrioti italiani e rendere omaggio alle milioni di vite spezzate dall'inutile e catastrofica Prima Guerra Mondiale dobbiamo riconoscere che il 4 novembre non è solo il giorno della vittoria dell'Italia ma è soprattutto un altro giorno di sconfitta dell'Europa, uno dei tanti incominciati dall'attentato di Sarajevo il 28 giugno del 1914 e mai veramente finiti.
Da allora abbiamo assistito a tante altre catastrofi, prima fra tutte la Seconda Guerra Mondiale ma anche la guerra nel Balcani, anche se abbiamo fatto tanti straordinari passi avanti nel costruire una pace duratura in Europa.
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L'amor di patria non è nazionalismo estremo

Written by Sergio Mattarella.

Sergio Mattarella
Intervista del Corriere della Sera.

Signor Presidente, a cent’anni dalla fine della Grande guerra cosa resta della memoria di quella che Papa Benedetto XV definì “inutile strage” e che pure cambiò le sorti del mondo intero?
«La Grande guerra è lontana dai ricordi personali, anche di tanti che oggi hanno i capelli bianchi. La memoria fa generalmente capo al secondo conflitto mondiale, alla fine delle atrocità nazifasciste, alla libertà riconquistata, all’avvio della storia repubblicana, alle grandi speranze di pace e di progresso. Fu il secondo dopoguerra ad aprire la porta della modernità non solo alle classi dirigenti ma anche ai ceti popolari, i quali volevano finalmente essere protagonisti del proprio destino.
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La sinistra risponda a chi ha paura

Written by Giuseppe Sala.

Giuseppe Sala "Se non affrontiamo le paure e i bisogni dei nostri concittadini, come sinistra resteremo al 15%. Ci sarà pure una via di mezzo tra Salvini che dice 'chiudiamo i porti' e la sinistra che per anni ha detto 'siamo tutti fratelli'". Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in una intervista a 'Il Fatto Quotidiano', interviene sulla questione di migranti, evidenziando che "quelli che arrivano dall' Africa partono da un 'tessuto' diverso dal nostro. Se non integrati, hanno più facilità a ritrovarsi per strada e quindi a delinquere. Io non ho tessere di partito, ho 60 anni e non devo fare carriera. Da cattolico, la solidarietà e l' accoglienza sono parte del mio vissuto". Quel che è certo, secondo il primo cittadino di Milano, è che "serve un piano nazionale per l' integrazione, servono fondi e impegno".
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