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La Turchia cancella il Diritto

Written by Giuliano Pisapia.

Giuliano Pisapia''Da parte di Erdogan c'è una chiara volontà intimidatoria. Chi avrà ora il coraggio di difendere chi viene accusato dal regime, se rischia a propria volta di finire in carcere per anni? E, ripeto, questo vale anche per i giornalisti''. Lo afferma Giuliano Pisapia, parlamentare europeo, già sindaco di Milano, intervistato da La Repubblica sul caso dell'avvocatessa turca Ebru Timtik, 42 anni, morta dopo 238 giorni di sciopero della fame nonostante la sua richiesta di un "processo equo". Avvocato di politici e imprenditori, ma anche della famiglia di Carlo Giuliani e, sul piano internazionale, del leader curdo del Pkk Abdullah Ocalan, Pisapia ritiene che ''in Turchia la negazione e la violazione dello stato di diritto e dei diritti umani è purtroppo sistematica da tempo. Da parlamentare europeo mi chiedo come sia possibile che un Paese che è sull'uscio dell'Europa calpesti i valori più elementari del nostro comune vivere civile e non sia sottoposto a pesanti sanzioni''.
Tutto questo mentre la repressione post golpe fallito del 2016 non accenna a diminuire. ''In Turchia da tempo stanno accadendo dei fatti terribili sul piano della repressione. Il caso di Ebru Timtik è drammatico ma, purtroppo, non è isolato. Ci sono violazioni quotidiane e sistematiche dei diritti umani. Avvocati, magistrati, giornalisti, uomini di cultura e tante altre categorie di persone vengono arrestate arbitrariamente e tenute in carcere per anni, con o senza processo che comunque spesso è solo una farsa. Nei mesi scorsi siamo rimasti sconvolti dalle tre morti dei componenti della band musicale Grup Yorum: 323, 288 e 228. Sono le giornate totali di sciopero della fame da loro condotto per denunciare le politiche di Erdogan che li ha portati alla morte''. Pisapia afferma quindi che ''solo nelle dittature gli avvocati sono funzionali agli obiettivi politici e processuali dei regimi ed è quello che Erdogan vorrebbe. Se vengono arrestati i giornalisti critici si manda un segnale chiarissimo a tutti: se si critica il governo si andrà in carcere a tempo indeterminato''. E ''l'unica forma di ribellione a questa ingiustizia estrema è quella di lasciarsi morire di fame. Una scelta drammatica presa da migliaia di persone''.
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