Tutti abbiamo la responsabilità di evitare di aiutare il virus a diffondersi
Bisogna invitare le categorie più a rischio e gli anziani a limitare gli spostamenti, come dicono oggi i medici di base, e soprattutto a limitare gli incontri e le frequentazioni o di trovarsi in luoghi dove può circolare il virus.
Dire di lasciare liberi i giovani perché non si ammalano o, se si ammalano, avviene in forme meno gravi è demagogico: si è dimostrato che i giovani hanno la stessa possibilità di ammalarsi degli altri. Inoltre, tutti, giovani o anziani, abbiamo la responsabilità di evitare di aiutare il virus a diffondersi, per cui dobbiamo sapere che ancora per qualche mese dovremo tenere dei comportamenti attenti e corretti, evitare gli assembramenti, tenere la mascherina, lavarsi le mani.
Le ragioni che ci portarono a fondare il PD sono più che mai valide

Intervista a Piero Fassino di Il Caffé online.
Presidente Fassino, oggi sono tredici anni dalla fondazione del Pd. In quel momento lei era segretario dei DS. Ci ricorda come si è arrivati a quella scelta?
Il processo di costruzione del Pd affonda le proprie radici nell’Ulivo, nato a metà degli anni ’90, prima come lista per elezioni comunali e poi consolidatosi, tra il ’95 e il ’96, come coalizione nazionale delle forze politiche di centrosinistra con la leadership di Romano Prodi. Un’esperienza complessa destinata ad attraversare diverse stagioni. La prima fu quella, tra il ‘96 e il 2001, dei governi guidati da Prodi, D’Alema e Amato. Una stagione fu molto proficua per il Paese, ma che manifestò da subito il limite strutturale dell’Ulivo: essere una coalizione larga composta da una molteplicità di forze e per questo fragile nella sua coesione.
Presidente Fassino, oggi sono tredici anni dalla fondazione del Pd. In quel momento lei era segretario dei DS. Ci ricorda come si è arrivati a quella scelta?
Il processo di costruzione del Pd affonda le proprie radici nell’Ulivo, nato a metà degli anni ’90, prima come lista per elezioni comunali e poi consolidatosi, tra il ’95 e il ’96, come coalizione nazionale delle forze politiche di centrosinistra con la leadership di Romano Prodi. Un’esperienza complessa destinata ad attraversare diverse stagioni. La prima fu quella, tra il ‘96 e il 2001, dei governi guidati da Prodi, D’Alema e Amato. Una stagione fu molto proficua per il Paese, ma che manifestò da subito il limite strutturale dell’Ulivo: essere una coalizione larga composta da una molteplicità di forze e per questo fragile nella sua coesione.
L’Onu vota la «risoluzione Falcone»

Un ponte virtuale che collega Palermo a Vienna ma attraversa 190 Paesi di tutto il mondo. Non è una infrastruttura visionaria ma è ciò che oggi in Austria è stato costruito per la lotta alle mafie di tutto il mondo: nel nome di Giovanni Falcone e delle sue straordinarie intuizioni investigative. È stata infatti approvata all’unanimità la risoluzione italiana presentata nella capitale austriaca durante la quattro giorni della Conferenza delle Parti sulla Convenzione Onu contro la criminalità transnazionale. È il sogno che si avvera del giudice siciliano che, già negli anni Ottanta, aveva compreso il rischio che la criminalità organizzata diventasse un problema globale ma non aveva gli strumenti legislativi perché non c’era uno straccio di norma che prevedesse l’impegno corale degli Stati.
Sicuri che la didattica a distanza sia la risposta giusta?

Lo chiede Beatrice Uguccioni in questo video»